A proposito di Referendum. Io ho votato NO perché a me piace approfondire le questioni e sapevo che sarebbe stato l’ennesimo aborto mal riuscito, come quello sulla eliminazione delle province che sono state svuotate di personale e soldi ma sono piene zeppe di deleghe di cui non si occupa nessuno. Il numero delle poltrone poteva pure essere diminuito, ma era più importante fare prima una legge elettorale e reintrodurre le preferenze. Oggi, passata la riforma costituzionale a furor di popolo, i partiti non sono più d’accordo su nulla e tolgono dall’ordine del giorno della Camera, sine die, la legge elettorale. Alla faccia della democrazia e del popolino che alimenta il sistema di cui si lamenta. Meno male che, ancora una volta, non mi sono reso complice e posso dire la mia.
A chi mi ha chiesto lumi durante la campagna elettorale, sia pubblicamente che in privato, ho sempre risposto con queste argomentazioni. A loro dicevo che più del numero delle poltrone ero seriamente preoccupato sul come vengono eletti i nostri onorevoli e senatori. Al comune esiste la preferenza, alla regione esiste la doppia preferenza, al parlamento europeo esiste, addirittura, la tripla preferenza e al parlamento nazionale, invece, dobbiamo mettere solo una X su un simbolo collegato ad un listino bloccato di nominati scelti dalla segretaria per logiche che prescindono dal merito e dal radicamento del candidato con il suo territorio. Questa è la vera battaglia che andava fatta e che mi piacerebbe combattere, oltre che la truffa legalizzata delle coalizioni, il resto non mi appassiona. È altrettanto certo che meno saranno le poltrone disponibili, tanto più sarà forte il potere delle segretarie partitiche, tutte del centro nord e ancora meno garantita la rappresentatività del sud perché con maggiore calo demografico e con una forte emigrazione verso il settentrione e l’estero. Per carità, già oggi non è assicurata la rappresentatività e certamente 600 persone sarebbero anche un numero sufficiente per assumere scelte, ma davvero dobbiamo pensare che sia questo lo spreco in Italia? La spesa dello Stato è quantificabile in 800 mila milioni di euro, loro dicono che si dovrebbero risparmiare 50 milioni, in Puglia 60 milioni li rubano legalmente su una gara centralizzata come quella del Lavanolo. Hanno ridotto i seggi dei consigli regionali nel tempo, ma ripeto, oggi l’elettorato non ha nessun potere e nessuna rappresentanza perché non scrive il cognome del parlamentare e non sa a chi rivolgersi. Ciò è tanto vero che se tu che mi leggi provassi a ricordare i nomi degli onorevoli e dei senatori del tuo collegio, probabilmente non ne ricorderesti neanche uno. Per concludere, si sono fatti una legge che gli consente di rimanere a vita senza doversi preoccupare di piacere o dispiacere a noi elettori dandogli l’impressione di avere il potere di decidere.
Tuttavia, in una nazione con un’alta percentuale di analfabetismo funzionale, con l’incapacità diffusa di approfondire le tematiche e di discernere la realtà, non poteva che vincere il SI. L’ho sempre detto a tutti pur votando contro il populismo che non mi è mai appertenuto. Come un gregge, milioni di italiani si lasciano condurre senza sapere dove vanno esattamente, alla cieca, meno male che sono nato salmone…che culo!
Mario