“Ancora una volta i servizi di Assistenza Domiciliare Integrata per le persone con disabilità sono drasticamente ridotti e affidati unicamente alle famiglie che sempre più spesso si sentono completamente abbandonate dalle istituzioni”, così commenta il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mario Conca la notizia della riduzione delle ore di assistenza domiciliare per anziani e disabili per i servizi di Adi e Sad, decisa dal Comune di Grumo, capofila dell’Ambito territoriale 5 della Asl/Ba, senza alcun preavviso sia nei confronti dei sindaci dell’ambito territoriale, e che degli utenti.
Il motivo della riduzione delle ore di servizio sarebbe uno sforamento del tetto di ore programmate per lo stesso, da cui la necessità di fare una nuova gara di appalto. Una situazione, spiega Conca, che che si è verificata anche l’anno scorso quando, a causa di una gara non programmata né espletata per tempo, gli utenti sono rimasti senza assistenza in pieno agosto e per tutto ottobre.
“Purtroppo molti Comuni e buona parte degli Ambiti Territoriali pugliesi risultano ancora inadempienti per quello che riguarda la predisposizione dei Piani Sociali di Zona – incalza il consigliere – motivo per cui ho più volte chiesto la nomina di Commissari ad Acta come previsto dalla stessa legge regionale. Ancora una volta però sia Emiliano che l’assessore al Welfare Ruggeri dormono e a pagare sono i cittadini più deboli. Tanti mi hanno segnalato che per evitare la sospensione completa del servizio, sia stata decisa per tutti un’ora la settimana. Persone che hanno l’assistenza di due ore al giorno sarebbero passate ad avere un servizio di 10 minuti: il tempo, per l’operatore, di constatare che l’assistito sia nel letto, chiedergli come sta, firmare il foglio presenze e infine uscire. Una situazione assurda che non fa altro che aumentare nelle famiglie il senso di rassegnazione”.
“Alla base del disservizio – sottolinea Conca – ci sarebbe una situazione debitoria di circa 800 mila euro da parte di quattro dei sei comuni dell’ambito: Sannicandro, Cassano, Toritto e Binetto, mentre Acquaviva avrebbe addirittura un credito di circa 27.000 euro. Un dato che ritengo evidenzi la leggerezza con cui tutto il piano viene gestito: da anni, infatti, i Comuni usufruirebbero di un servizio a per cui non avrebbero versato il dovuto. Le istituzioni non possono rimanere immobili, soprattutto davanti alle difficoltà delle famiglie che, ancora una volta, vengono lasciate sole”.