Mario Conca
Il 19 luglio 1992 avevo 21 anni e mi trovavo a Lazise, sul lago di Garda, perché stavo facendo il cameriere al ristorante Al Castello. Ero all’università e come molti studenti, durante l’estate o nei weekend dell’anno nei locali e nelle sale ricevimenti della zona, ero solito indossare la divisa per mettere da parte qualche milione di lire per campare durante l’inverno e non gravare sulla famiglia. Ricordo che arrivò la terribile notizia della morte di Borsellino e subito riaffiorò alla mente l’assassinio di Falcone. Poche settimane prima era morto anche un mio caro amico per overdose, Angelo, avevo provato in tutti modi a farlo desistere dalla droga senza riuscirci. Il 1992 fu un anno tragico ma, allo stesso tempo, pregno di insegnamenti. Capii il valore dell’essere persone libere e fuori dal sistema, salmoni e non pecore. Il senno di poi mi dà ancora ragione oggi, considerato che, dopo 28 anni, li ricordiamo per il loro coraggio di cambiare senza mai abbassare la testa o conformarsi al malaffare…Mario
