Di Peppino ricorderò molte cose, soprattutto la stima e l’affetto che non mi ha mai lesinato. In questa foto mi stava raccontando le peripezie che dovette affrontare nel febbraio del 2017 per una sutura che si era procurato in campagna e che lo portò a girare tre ospedali del nord barese con l’auto del figlio. Allora denunciai l’accaduto pubblicamente (https://bit.ly/33HzLGU), ma dopo quasi quattro anni la situazione sanitaria di quelle zone è peggiorata oltremodo. Ogni volta che lo incontravo nella sua amata Ruvo, restavo affascinato della sua umiltà, della genuinità, della passione e del sorriso che gli illuminava il volto. Quel sorriso che negli ultimi mesi aveva lasciato il posto alla tristezza e alle lacrime facili dovute prima alle vicissitudini nel Policlinico per un tampone verosimilmente sbagliato e poi alla patologia oncologica che l’ha repentinamente consumato. Le telefonate che mi faceva dal reparto le porterò nel mio cuore, si sentiva solo e prigioniero, voleva sentire una voce amica mentre mi chiedeva di liberarlo da quell’ambiente di costrizione e insensibilità che lo teneva lontano dalla sua amorevole famiglia. Sono davvero contento di essere riuscito a salutarlo qualche giorno fa in una videochiamata che mi fece Vito, ora capisco perché non voleva che interrompessimo la comunicazione mentre si sforzava di proferire qualche parola, sapeva bene che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti su questa terra.
Riposa in pace amico mio ? Mario