Arcuri accusa le Regioni di avere nei magazzini 50 milioni di mascherine che non stanno distribuendo facendo fare brutte figure al livello nazionale.
Le regioni hanno detto che non è vero ciò che dice, infatti le stanno dando a chi vogliono loro, senza un criterio, senza trasparenza e senza vigilare nei comuni dove la consegna dei DPI diventa, spesso, un modo per spacciare diritti come favori.
Le importazioni operate dalle regioni e dei privati, a parte i salvacondotti che non sono per tutti e la pompa magna a reti unificate, vengono bloccate in dogana proprio su indicazione della Protezione Civile/Arcuri, a chi vuole lui autorizza pure le esportazioni e per questo diventa difficile il perfezionamento dell’acquisto in proprio per sopperire alle carenze nazionali.
Ovviamente gli speculatori stanno in agguato, ma soprattutto si stanno facendo i miliardi di euro.
L’Inail, non ci facciamo mancare proprio niente, non rilascia le dichiarazioni necessarie alle aziende private distributrici entro i tre giorni, inizialmente previsti, tranne che ad alcune aziende o enti ‘fortunati’, e così succede che la Guardia di Finanza e i Nas vanno nelle farmacie e parafarmacie a sequestrare la merce perché l’Inail non ha rilasciato la certificazione all’importatore/grossista.
Cornuti e mazziati. Per l’Inail deve valere il silenzio assenso, altrimenti si crea concorrenza sleale e si alimenta il mercato nero. L’Istituto Superiore di Sanità ritarda l’accreditamento delle ditte produttrici italiane di dispositivi di protezione individuali per uso sanitario e, tuttora, dipendiamo dalla Cina con il rischio concreto di far naufragare le riconversioni, avvenute anche con soldi pubblici, di oltre un centinaio di aziende italiane.
Conte aveva dichiarato che si dovevano vendere le chirurgiche a 50 centesimi, ora stanno pensando di azzerare l’Iva per non venderle a 61 centesimi, ma la verità è che in farmacia non se ne trovano per nulla e a nessun prezzo.
Molti farmacisti le hanno in magazzino ma non le vendono per paura di infrangere la legge, prendere la sanzione amministrativa e incorrere nel penale.
Al momento si possono comprare online, sperando di non prendere il pacco, o farsele in casa. Per trovare alcool e guanti bisognerebbe andare a Chi l’ha visto, per fortuna non sono necessari per prevenire il contagio.
Così dobbiamo affrontare la fase due? Naturalmente le USCA, le prestazioni sanitarie, le visite domiciliari, la riabilitazione domiciliare e ambulatoriale, i Cup, l’anagrafe assistibili, la protesica, etc…non partono per mancanza di dispositivi di protezione.
Nel frattempo non si fa prevenzione, non si fanno diagnosi e cure, in compenso si aggravano quadri clinici e si muore di tutte le altre patologie che non hanno rispettato la quarantena.
Ma in che paese viviamo? That’s Italy!
Mario