Pur essendo il nostro un Sistema Sanitario Regionale, sono costretto a stigmatizzare la discrasia tra le diverse aziende locali oltre che una generale mancanza di coordinamento: ognuno fa come crede determinando disparità di trattamento anche in riferimento alla categoria dei medici, ad esempio.
Ormai da due anni la Asl di Bari nega un nulla osta ad un medico mentre la Asl Bat lo concede, in pieno periodo emergenziale, ad un altro; il Policlinico, dal canto suo, si attiva in altro modo ancora e il Sistema Sanitario Regionale fa da sfondo a modi di procedere diversi e di dubbia legittimità.
Una certa regolarità a livello procedurale andrebbe salvaguardata altrimenti a cosa serve la figura di un assessore o di un capo dipartimento della salute se non a garantire una applicazione uniforme delle norme a livello regionale?
Ma veniamo ai fatti: risale al 2017 un avviso pubblico di mobilità volontaria per un dirigente medico di chirurgia generale ad indirizzo oncologico, i candidati sostengono il colloquio con la commissione esaminatrice e viene nominato come vincitore il primo classificato.
Nel 2018 uno dei concorrenti chiede la revoca della deliberazione e l’accesso agli atti con una rivalutazione delle graduatorie sostenendo che vi sono state delle irregolarità sia nell’attribuzione di punteggi che nella dichiarazione dei prerequisiti.
La graduatoria viene ridefinita e vi è su uno slittamento delle posizioni dei concorrenti.
Alla fine prende servizio solo il terzo classificato dipendente della Asl di Taranto mentre il primo e il secondo classificato non possono essere assunti in quanto la Asl di Bari, di cui sono dipendenti, non concede il nullaosta.
Nel mese di marzo di quest’anno, invece, viene prontamente concesso il nullaosta al trasferimento, presso il policlinico di Bari, ad un dirigente medico proprio mentre è appena iniziata l’emergenza Covid-19 e sono state sospese ferie e permessi a tutti i dirigenti medici coinvolti a vario titolo nella gestione della pandemia.
In generale si assiste a forti disparità di trattamento e quello di cui vi ho portato a conoscenza è solo uno dei tanti casi: a chi viene negato l’assenso alla mobilità, a chi l’aspettativa, chi – pur vincitore di concorso – non può prendere servizio e c’è chi poi, senza motivazioni sufficienti scavalca tutti nelle graduatorie di mobilità, anche coloro che posseggono anzianità di servizio e titoli di merito.
Le nomine degli idonei, insomma, seguono ben altri criteri rispetto alla graduatoria di merito.
Giovani chirurghi, che nel frattempo diventano meno giovani, a cui viene negata una realizzazione legittima da un punto di vista professionale; buttati in ospedali in via di dismissione senza poter fare emergenza, perdendo manualità e senza poter fare elezione, perdendo guadagni.
Ridotti a mansioni da minimo sindacale, costretti a stare nei pronto soccorsi, dove si lavora male e si rischia, invece che nelle sale operatorie e negli ambulatori.
Chirurghi che, invece, si apprestano a intraprendere fulgide carriere essendo stati segnalati: per loro non vale nè l’emergenza sanitaria nè la negazione del nullaosta.
Loro vanno comunque avanti: sono raccomandati.
La meritocrazia è una parola che latita nella sanità pugliese e ciò è disgustoso e c’è chi, in emergenza, decide di fare solo elezione e di spostarsi dal Policlinico all’ospedale De Bellis per via del Covid-19.
Il Dott. Vincenti è uno di questi, usufruisce di convenzioni ad hoc, altrimenti minaccia di andarsene e non è il solo.
Se fossi stato un medico avrei certamente fatto causa di fronte a una tale disparità di trattamento che porta, di fatto, a non garantire a tutti le medesime opportunità professionali ma, dato che faccio il consigliere chiedo di annullare delibere illegittime e di ripristinare una situazione di legalità smettendo di alimentare le clientele.
Il clientelismo è penalmente perseguibile oltre che moralmente deprecabile. La vostra arroganza amministrativa è tale e tanta da rendervi imprudenti.
Vorrà dire che abbandonerò l’informalità e il silenzio, certe cose vanno denunciate pubblicamente.
Lo so che per voi è prassi consolidata, ma qui state giocando con il benessere psico-fisico di vostri dipendenti e con la loro aspettativa professionale.
Ricorrete al “doppiopesismo” anche durante l’emergenza sanitaria, è inaccettabile.
L’assessore alla Sanità Emiliano e il capo Dipartimento Montanaro, a cui ho scritto in merito, non hanno nulla da eccepire?
Sanno, lor signori, che il silenzio rende complici e questi sono solo alcuni degli esempi, cristallizzati in atti e delibere, che fate finta di non vedere? Le lettere che vi ho inviato saranno la prova del fatto che ne eravate a conoscenza e non avete agito, si chiama culpa in vigilando.
Come si evince, infine, dal documento allegato il Direttore Generale Sanguedolce continua a negare il nullaosta al chirurgo adducendo come scusa il concorso bloccato a causa del Covid-19 e dunque, alcuni chirurghi continuano ad essere demansionati e impiegati fuori dalle sale operatorie mentre altri chirurghi , in piena emergenza Covid-19 vengono agevolmente trasferiti.
Ovviamente il sistema di potere è sempre lo stesso: nega diritti e dispensa favori proprio come denunciato nel servizio delle Iene andato in onda il 19 ottobre.
Qui il link:
https://www.facebook.com/concamario/videos/593718874500776/
DINIEGO DEL DIRETTORE GENERALE SANGUEDOLCE