La regione e le aziende sanitarie versano in uno stato confusionale, purtroppo non hanno appreso nulla di quanto anticipatamente è successo al nord. Era prevedibile che che il Covid-19 sarebbe entrato nelle RSA, ed ex RSSA, dove vi sono le persone più fragili.
Dopo aver sospeso tutti servizi sanitari ambulatoriali, le poche protezioni a disposizione dovevano giungere soprattutto nelle sedi residenziali che ospitano le persone fragili. Non è stato così.
La più alta percentuale di decessi da Covid19 si registra nelle RSA della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia Romagna, etc. Per la Puglia, purtroppo, non sarà diverso se non ci siamo da fare. I casi in RSA a Troia, a Noicattaro e a Soleto, sono sintomatici di un pericolo latente.
Cosa succederà a queste strutture? Quale sarà, se ci sarà, il loro futuro? Dopo la tragedia per la perdita di vite umane arriverà la tragedia di un’azienda socio-sanitaria stremata e senza più alcun futuro? Dove porteremo i nostri cari?
Alla luce di tanto, propongo all’assessore alla Sanità Emiliano, di nominare un coordinatore regionale delle RSA, così come è avvenuto per le terapie intensive, perché possa vigilare sulla corretta applicazione delle buone pratiche atte a limitare i contagi e i decessi, che vorrete mettere in campo su tutto il territorio pugliese.
Mi permetto, sommessamente, di suggerirne alcune che sono la sintesi di accorati appelli ricevuti da più parti, interlocuzioni con famiglie preoccupate per i loro congiunti ed esperienze negative che le regioni del nord hanno inteso condividere con tutti.
● Nomina di un coordinatore regionale;
● Utilizzo massimo di dispositivi di protezione individuali perché è dove si è più fragili che bisogna proteggersi e proteggere;
● Sostituzione del personale delle strutture convenzionate, posto in quarantena a seguito di positività accertata, attingendo alle migliaia di dipendenti Asl oggi non utilizzato per via dell’azzeramento dell’attività elettiva, ambulatoriale e distrettuale. Ove ciò non fosse possibile, ci si accordi con le cliniche private per poter richiamare dalla cassa integrazione i loro dipendenti, verosimilmente duemila persone, per un corretto ed osmotico rapporto di collaborazione. All’uopo ricordo che le infettivologhe della Asl Bari sono state inviate in comando nell’area Covid19 dell’Ospedale Miulli;
● Estendere la possibilità di soggiornare in hotel/strutture ricettive a tutto il personale delle aziende socio-sanitarie convenzionate per tutelare le loro famiglie e la loro integrità psichica;
● Le dimissioni dai reparti di: medicina interna, geriatria, infettivi e terapia intensiva, devono avvenire solo dopo esito di tampone. Cito tali U.O.C. perché sono quelli i reparti che in dimissione protetta portano pazienti in RSA;
● Tamponi a tutti gli operatori sociosanitari e agli utenti in carico per prevenire contagi che causerebbero certamente eventi infausti e per tranquillizzare gli addetti che vivono nel terrore di contagiarsi e, soprattutto, contagiare i propri cari;
Le poesie e i disegnini dei bambini per i nonni di Parabita o l’effetto placebo di una videochiamata con uno smartphone, sono cose che fanno bene al cuore ma non aiutano ad evitare danni eventuali e futuri.
Bisogna prepararsi, facendo ogni sforzo possibile, perchè con gli inevitabili trasferimenti dei pazienti nel post-acuzie per liberare i posti per acuti, la situazione rischia concretamente di degenerare.