L’altro giorno ho partecipato sul lungomare di Bari alla manifestazione di protesta contro Emiliano organizzata dagli amici ambulanti, una categoria gravemente in sofferenza, che non ha ricevuto alcun aiuto ed è stata fortemente penalizzata da ordinanze regionali che, di fatto, hanno scaricato le responsabilità sui singoli Comuni, ognuno dei quali ha agito di testa propria.
Le aree mercatali non sono state riaperte o sono state sottoposte a misure talmente restrittive che ai commercianti, di fatto, è stato impedito di lavorare;
Non può un’area mercatale essere perimetrata, è all’aperto! Non possono gli accessi essere contingentati, non si può impedire alla gente di arrivare perché già, nei pochi mercati riaperti è una vera disperazione per gli avventori. Non c’è nessuno!
I supermercati sono stati sempre aperti, le palestre e le piscine stanno riaprendo!
Per quale motivo, allora, questi commercianti, che fanno girare l’economia italiana e ne costituiscono l’ossatura, devono essere trattati così duramente senza nemmeno ricevere contributi sufficienti per poter riattivare le loro attività?
Attività fondamentali anche per il tessuto sociale, per rivitalizzare piccoli paesi e centri storici, per consentire agli anziani di fare acquisti.
Dettaglianti e ambulanti, non devono guardarsi in cagnesco ma unire le loro forze e lottare contro lo strapotere del mercato on-line e della grande distribuzione, contro cui nulla si può; le grandi strutture commerciali stanno distruggendo il tessuto economico e sociale di intere comunità mentre Emiliano, sfacciatamente, continua a concedere autorizzazioni in tutta la Puglia: ha appena autorizzato la costruzione di maxi-discount da 2.500 metri quadri mentre la gente muore di fame e invoca lo scontro sociale, minaccia di andare a prenderlo per farlo scendere da palazzo e metterlo di fronte alla realtà visto che non partecipa mai agli incontri con le delegazioni.
Abbiamo una sola possibilità, come saggiamente ha detto Donato Gala di “Casa ambulanti” fare appello al consumatore finale, alla gente che ha sofferto stando tre mesi chiusa in casa, alle mamme e ai papà che giornalmente devono farsi in quattro per sfamare la famiglia, ai figli che non hanno un futuro.
Le lobbies sono un nemico troppo grande da abbattere, sono dei mostri: ben vengano le piccole attività, mal vengano le lobbies.
Per non parlare del far-west dei Comuni: gli ambulanti sono stanchi di lottare contro tante diverse ordinanze, ogni Comune fa quello che vuole e si mette così a parte civile.
257 Comuni, 257 ordinanze diverse, senza alcuna omogeneità a livello territoriale, senza direttive uniche a livello regionale: è lo scandalo Emiliano che così ci rappresenta, è lo scaricabarile dallo Stato alle Regioni, dalle Regioni ai Comuni che non si prendono responsabilità e addirittura dicono ai commercianti se volete venire, venite o altrimenti non venite e, purtroppo, sentirsi dire queste parole dagli amministratori locali provoca rabbia e reazioni che possono diventare pericolose e incontrollate.
Bar e ristoranti non pagano più la tassa di occupazione di suolo pubblico mentre gli ambulanti continuano a pagarla, se qualcuno di loro si ammala la sua famiglia rimane per strada, gli ambulanti lamentano l’inesistenza di una cassa mutua, Vincenzo ci dirà: “Se io cado malato, la mia famiglia non mangia.”
E che dire poi dei fieristi, di tutti quegli operatori che lavorano nelle sagre e nelle feste di paese.
Non lavorano da mesi e sono nella più completa disperazione, la loro attività è legata ai flussi turistici e alla stagionalità, se non lavorano nei mesi di luglio e di agosto non lavoreranno più.
Oggi eravamo sotto il palazzo della presidenza, in attesa di essere ricevuti da una delegazione del presidente Emiliano perché lui non c’è mai, per lui la politica è un gioco, è un hobby e preferisce le comparsate nei programmi televisivi anziché stare tra le persone vere e prestare ascolto ai loro drammi.
L’affondo di Giuseppe è durissimo: “Emiliano è sordo a qualsiasi nostra richiesta, fa di testa sua sempre, è stato esortato dai suoi assessori a non emanare ordinanze restrittive: non possiamo lavorare, la conclusione la saprà solamente Dio.
Noi andiamo lassù, a palazzo e lo andiamo a prendere, lo facciamo scendere e lo riportiamo in una dimensione umana.
Anche se lui trova una soluzione ha già procurato un danno serio.
Se noi non fossimo arrivati qui a migliaia saremmo morti sotto il sole dei mercati: questa è la nostra politica, questo è il sindaco della Puglia, non è un altro, è questo!
La politica gioca. Il governo ci sta uccidendo.”
Vi invito a leggere le toccanti testimonianze degli ambulanti raccolte in questo scritto, vi giungeranno al cuore, entrerete in contatto con le sofferenze e il dramma che queste persone stanno vivendo.
Comprenderete, attraverso le loro parole, che sono state riportate fedelmente, una per una, le loro motivazioni e la loro rabbia.
Un mio grande ringraziamento va a Donato Cippone che, con la sua diretta Facebook, le sue interviste agli operatori ed il video realizzato, ha consentito anche la trascrizione di contenuti così importanti.
Buona lettura.
Mario
AMICI AMBULANTI – Savino
“E’ stata data ai sindaci facoltà di riaprire i mercati ma il presidente Emiliano deve fornire indicazioni chiare ed univoche ai Comuni in modo tale che, con le dovute precauzioni, possano autorizzare la loro riapertura.
Non è possibile che, a tre settimane dallo sblocco del 4 maggio, ci sono ancora dei mercati dove i sindaci, in maniera assolutamente ingiustificata e illegittima hanno sospeso i mercati settimanali, stanno trovando nuove aree e cambiano la periodicità da settimanale a quindicinale.
Questi abusi vanno fermati sul nascere e noi lo stiamo facendo ma diventa faticoso dover dialogare con oltre duecento comuni sparsi in tutta la regione.
Noi oggi siamo qui a Bari, con il nostro folto presidio a manifestare di fronte al palazzo della Regione sul lungomare e il presidente Emiliano, di sicuro ascolterà le ragioni della nostra categoria e ci fornirà un atto di indirizzo chiaro: noi abbiamo chiesto oltre agli indennizzi per poter ripartire anche, ovviamente, contributi a fondo perduto.
Noi chiediamo quella dignità che ancora non viene riconosciuta ai 20.000 ambulanti di Puglia: vogliamo essere riconosciuti come categoria disagiata ed è inaccettabile che mentre tutte le altre attività ripartono obbligatoriamente, nelle ordinanze della Regione viene scritto che i sindaci possono riaprire i mercati, non possono ma devono! I mercati devono riaprire!”
MARIO CONCA
“Ma in realtà io, oltre ad essere qui oggi, sono con loro ormai dagli inizi del 2016, c’era la minaccia della Bolkenstein con la richiesta di stralciare il commercio su aree pubbliche: una battaglia che poi sfociò in una manifestazione a piazza del Popolo a Roma e da allora, come dire, il sostegno è stato reciproco.
Oggi mi trovo qui con gli amici perché è chiaro che lo Stato non ha voluto equiparare il commercio su area pubblica alla stregua di bar e ristoranti per la Tosap, ad esempio, per cui succede che per loro non è stata sospesa la tassa ed è un primo fatto ma la cosa grave che contraddistingue l’operato del legislatore a vari livelli è lo scaricabarile di responsabilità lo Stato si rifà sulle Regioni, le Regioni sui Comuni e questi ultimi, di fatto, adottano misure restrittive perché dovendo rispondere personalmente ed anche penalmente preferiscono non allargare le maglie e non dare le stesse opportunità.
La cosa ridicola è che hanno aperto tutto, si è potuto andare sempre nei supermercati, no? Ora si può andare nei negozi, nelle palestre e nelle piscine, cosa sacrosanta e giusta mentre il commercio all’aria aperta e su aree pubbliche viene così bistrattato.
Commercio al dettaglio su sede fissa e commercio ambulante lavorano e dovrebbero fare squadra non contro loro stessi ma nei rapporti con la grande distribuzione organizzata, nel settore dell’on-line dove la concorrenza è sleale e preponderante.”
Striscioni e cori di protesta fanno da sottofondo alle testimonianze degli operatori del settore: “Il mercato non si tocca…il mercato non si tocca” oppure “Siamo ambulanti, stiamo morendo…”
AMICI AMBULANTI – Alessandro
“Vorrei anche parlare dei fieristi, degli operatori delle sagre e delle feste di paese che non avranno, nell’attuale periodo, né la possibilità di riaprire né di lavorare almeno fino all’anno prossimo.
Abbiamo fatto delle richieste al presidente in merito all’apertura di un tavolo tecnico per concordare delle azioni, delle misure specifiche per il settore.
Al momento non abbiamo ricevuto risposte.
Vogliamo che la categoria dei fieristi sia riconosciuta e regolamentata a livello regionale.
E’ un categoria in crisi e bisogna considerare che si tratta di una categoria stagionale e turistica. Se passa luglio e agosto senza lavorare noi saremo rovinati, non potremo sopravvivere.”
AMICI AMBULANTI – Vito
“Noi vogliamo avvisare ad Emiliano che qua stanno ventimila ambulanti con ventimila mogli e cinquemila figli in tutto quarantacinquemila voti.
Vuole andare di nuovo alla Regione?
E allora deve accontentare noi, se no lui ha finito alla regione!
Votiamo la destra, a Conca a ci cazz…vu tu ma no a lui.”
AMICI AMBULANTI – Renzo
“La Regione deve emanare un documento comune e deve indirizzarlo a tutti i sindaci.
Emiliano non deve scrivere i sindaci possono, ma devono riavviare i mercati, così come li abbiamo lasciati, perché noi non siamo secondi a nessuno.
Questo è quello che vogliamo, un indirizzo politico del presidente che, come Ponzio Pilato, se ne è lavato le mani. scaricando ogni responsabilità.
Chiediamo l’azzeramento della Tosap per quanto riguarda il 2020 e continuare con il contributo dei 600 euro nei mesi prossimi almeno fino a settembre perché noi non ce la facciamo, stiamo scomparendo.
Non ci sono risposte da parte di Emiliano che è in campagna elettorale da sempre.
Lui ci sta ignorando e noi abbiamo capito il gioco e adesso siamo qui e portiamo 20.000 venditori ambulanti sotto il palazzo della regione Puglia.”
AMICI AMBULANTI – altro operatore
“I mercati contingentati non funzionano. Se tu mi fai i varchi all’ingresso dei mercati è lì che tu mi crei assembramenti mentre se lasci libero la gente defluisce; da premettere che prima della pandemia lamentavamo la desertificazione delle aree mercatali per quanto riguarda gli avventori, quindi quali assembramenti?
Nei mercati che abbiamo riaperto da poco, non c’è gente, non vengono neanche, quindi noi cerchiamo aiuti perché veramente non ce la facciamo.”
Alla protesta si uniscono anche piccoli commercianti con sede fissa.
AMICI AMBULANTI – altro operatore
“Noi stiamo scomparendo dal popolo, noi siamo invisibili: gli ambulanti.
Sono 35 anni che faccio questo lavoro e ora sto scomparendo: non ce la faccio più a vivere, come fanno i miei figli a vivere se da due mesi e mezzo non sto guadagnando più niente.
Ho solo il mio lavoro!”
AMICI AMBULANTI – Dott. Fornarelli
“Voglio dare voce a centinaia di migliaia di italiani che, a quanto pare risultano inascoltati da chi ci governa con i loro diritti calpestati.
Sono qui come normale cittadino favorevole a questa battaglia. L’ascolto non deve essere solo una vuota parola della retorica.”
AMICI AMBULANTI – Donato Gala di “Casa Ambulanti”
“Siamo tutti operativi nei pagamenti, dalle più piccole alle più grandi partite iva, non ci sono distinzioni di categoria però, quando si tratta di diritti, non vengono garantiti a tutti allo stesso modo.
Noi dobbiamo contingentare gli spazi, siamo chiamati a rispettare misure fortemente restrittive e penalizzanti mentre ogni sindaco ha la sua idea e agisce per conto proprio.
Ma noi, pur essendo delle piccole partite iva, uniti riusciremo ad avere la voce che serve per ottenere qualcosa.
Tante persone solidarizzano con noi, gli amministratori locali sono dei despoti, ci dicono delle cose assurde: voi se volete venire venite, altrimenti non venite.
Davanti a un’affermazione simile, al di là che a qualcuno può partire il senno ed attaccare, ma che cosa si può dire in risposta a questa affermazione?
Con l’aiuto di Mario Conca e di chi ha sempre dato voce alla nostra categoria bisogna far capire che noi non siamo l’ultimo anello ma le fondamenta: se crolla il mercato ambulante o al dettaglio, se viene meno la distribuzione ultima, crolla tutto.
Non possiamo stare, come fanno tutti, con questi telefonini a fare gli ordini on-line, a prendere fregature per non parlare del rapporto inumano che c’è con il venditore.
Oggi sono stato a Grumo Appula ed è stata una festa con i clienti, sono venuti e, virtualmente, ci hanno abbracciati
Ben vengano le piccole attività, malvengano le lobbies.
Il nemico è troppo grande da abbattere, sono dei mostri e a nulla valgono le class-action.
Io, invece, faccio appello al consumatore finale, alla gente che ha sofferto con noi tre mesi chiusa in casa, alle mamme e ai papà che giornalmente devono farsi in quattro per sfamare la famiglia, ai figli che non hanno un futuro.”
MARIO CONCA
Sono state concesse, recentemente anche a Bari, autorizzazioni per costruire nuove strutture commerciali, addirittura maxi-discount di 2.500 metri quadri.
E’ arrivato il momento di dire stop, ne abbiamo anche troppi di centri commerciali e, così facendo, desertificheremo sempre più le città a partire dai centri storici.
I mercati, che davano socialità e vitalità alle comunità, vengono smembrati e portati in periferia o addirittura se ne muta la periodicità rendendoli quindicinali.
La battaglia è comune, i negozianti di ogni genere devono battersi contro la distribuzione organizzata, contro il mercato on-line che è in continua crescita certo il mondo è globalizzato e non si può fermare ma se si riesce a fare massa critica e si riesce a mantenere quell’orgoglio di appartenenza dei singoli cittadini alle proprie comunità, si potrebbe arginare lo strapotere economico di questi grossi stake-holders.
Ricordiamo che la grande distribuzione vive di aperture domenicale che rappresentano i due terzi del fatturato.
Pagano i fitti come i dettaglianti ma, a differenza loro, hanno un brand che riesce a mantenersi in piedi anche nei momenti di crisi.
Booking.com vende un milione e mezzo di camere di albergo al giorno ma non ha nemmeno una camera!
Flixbus è una società tedesca che ha fatto la sua fortuna grazie a vettori locali sottopagati e in questo momento non ha sofferto perché non ha né autobus né dipendenti da pagare, né gasolio da acquistare.
Bisogna sperare che gli ambulanti non guardino in cagnesco i negozianti: il nemico comune è un altro, sono i grossi gruppi internazionali che vengono a rilevare le nostre spiagge ma anche i capitali di settori strategici del nostro mondo imprenditoriale.
Saremo sempre asserviti a questo potere, io sono qui con loro da quattro anni, interrogazioni, mozioni, battaglie, tavoli di confronto: la Regione deve prendersi le sue responsabilità e dire all’Anci e ai Comuni che non si possono avere 257 ordinanze, una diversa dall’altra; vanno applicate alla stessa maniera altrimenti la concorrenza è sleale, la Tosap va eliminata anche per il commercio ambulante e non solo per il caffè in piazza San Marco o a Roma piuttosto che a piazza di Spagna.
Deve finire questo scarico di responsabilità!
I comuni fanno istanze restrittive e si mettono a parte civile, gli amministratori locali si tutelano e gettano nello sconforto 20.000 operatori pugliesi, un milione di addetti in Italia.
Il mercato settimanale ha una funzione sociale, io sono originario di Poggiorsini, un paese di 1.400 anime, dove c’è un solo negozio e non c’è neanche un negozio che vende scarpe.
Il mercato è una fonte di approvigionamento per tanti anziani che non hanno la possibilità di muoversi perché non hanno la macchina, perché hanno figli lontani al nord, perchè non vanno ai centri commerciali.
E’ importante che la giunta faccia sentire la sua voce presso il governo e presso l’Anci con un’ordinanza perentoria che dia indicazioni e offra sostentamento a queste categorie disagiate.
AMICI AMBULANTI – Vincenzo
“Ci sono i diritti dei commercianti!
Noi non siamo una categoria di scemi, noi facciamo girare l’economia in Italia.
Eliminate la Tosap e riconosceteci come categoria disagiata!
Vogliamo sconti sui carburanti, come i camionisti, vogliamo la cassa mutua per i commercianti, se io cado malato la mia famiglia non mangia!
Se oggi piove e io non vado al mercato non devo pagare ugualmente la tassa ma la pago se occupo effettivamente lo spazio pubblico.
Lo Stato: come noi ci mettiamo piegati a pagare le tasse così, lui, deve essere il nostro papà e aiutarci.”
AMICI AMBULANTI – Giuseppe
Il presidente Emiliano ha contribuito a buttare nel baratro l’intera categoria.
L’ordinanza regionale, è un disastro come tutte le cose che ha fatto il presidente, dall’agricoltura, alla sanità e adesso anche il commercio.
Lui prende tutto per hobby, non va a fondo nelle questioni.
La problematica è seria, siamo 20.000 ambulanti con un seguito di 20.000 famiglie e con dipendenti a carico, non si può giocare.
Perimetrare l’area mercatale significa desertificare l’intera città: i mercati sono una risorsa per il territorio, non sono un divertimento.
Emiliano prende tutto come divertimento.
Noi non vogliamo fare la fine che ha fatto l’agricoltura nel nostro caro Salento dove siamo arrivati in ritardo e il Salento tra poco sarà desertificato.
Il governatore immediatamente sospenda l’ordinanza che ha fatto perché non risponde ai requisiti che la Costituzione garantisce ai lavoratori, perché lui così ci fa morire.
In tre mesi, il migliore di noi, ha ricevuto solo 600 euro, cioè io non conosco un presidente della Regione o un assessore che abbia rinunciato al suo stipendio in favore delle fasce disagiate.
Tutte queste persone che ci governano, per loro la pandemia può durare dieci anni e non fa niente, mentre per noi non è la stessa cosa.
Il governo e la regione Puglia è sordo a qualsiasi nostra richiesta.
Lo stesso assessore allo sviluppo economico ha esortato il governatore a non emanare un’ordinanza così restrittiva ma Emiliano, per l’ennesima volta, ha fatto di testa sua.
Questa nostra protesta è l’inizio, non è la conclusione. La conclusione la saprà solamente Dio. Questa non è la fine ma l’inizio di un percorso: Emiliano si convincesse.
Noi andiamo lassù, al palazzo e lo andiamo a prendere Emiliano, lo facciamo scendere e lo riportiamo in una dimensione umana perché se lui prende tutto come hobby il nostro lavoro non è un hobby.
Anche se lui oggi trova una soluzione ha già procurato un danno serio.
Se noi non fossimo arrivati qui a migliaia saremmo morti sotto il sole dei mercati: cioè questa è la nostra politica, queste sono le persone che ci governano.
Questo è il sindaco della Puglia, non è un altro, è questo. La politica gioca. Il governo ci sta uccidendo.
Cosa dobbiamo fare, dobbiamo veramente arrivare ad uno scontro sociale?
MARIO CONCA – conclusioni
Gli ambulanti in parata, una classe di operatori economici con ventimila addetti e se ci mettiamo anche le famiglie arriviamo a cinquantamila persone, persone che, ovviamente, chiedono i loro diritti ma soprattutto chiedono ascolto.
Naturalmente oggi Emiliano non c’è come quasi sempre succede, ci farà trovare un suo delegato che ecco approfitterà per farsi campagna elettorale perché ce lo ritroveremo candidato in una delle sue liste.
Adesso vado un po’ a sentire cosa diranno alla delegazione ma è evidente che lo Stato, le Regioni, i Comuni, l’Anci devono dare omogeneità sul territorio e devono mettere queste persone nelle condizioni di lavorare e lo ribadisco, unitamente al commercio al dettaglio, bisogna far rivivere le nostre città, contrastare lo strapotere della rete e dell’on-line ed arginare la potenza di fuoco della grande distribuzione organizzata.
Grazie e buon proseguimento di giornata.