Questa mattina ho partecipato alla manifestazione organizzata da una folta delegazione di NCC, oltre cento autobus, Van e auto, che si sono dati appuntamento nei parcheggi dello stadio San Nicola per gridare a gran voce la situazione tragica in cui versano 500 aziende pugliesi che danno lavoro a tremila famiglie, al netto dell’indotto.
Grandi invisibili che hanno lasciato in rimessa oltre duemila mezzi da fine febbraio, azzerando i loro fatturati, e che rischiano di ripartire a marzo 2021, salvo recrudescenze virali ottombrine.
Zero gite scolastiche, zero pellegrinaggi parrocchiali, zero crocieristi da portare in giro per le località turistiche, zero tour per far soggiornare i corregionali in giro per le capitali d’Europa, zero incoming internazionale, zero trasferimenti da e per aeroporti e porti, insomma, un blocco totale che sta mettendo a grave rischio la sopravvivenza di centinaia di attività trentennali.
Il governo centrale, per questa categoria che interconnette l’infrastruttura turistica nazionale, non ha previsto aiuti né con il Cura Italia né con il decreto Rilancio, al netto delle 600 euro, per chi li ha avuti, ma che sono pochissima cosa per chi ha costi fissi per decine di migliaia di euro mensili. La stragrande maggioranza dei dipendenti sono senza stipendio da febbraio perché la cassa integrazione non è ancora arrivata.
La regione Puglia, a differenza di altre regioni italiane che hanno assicurato un contributo di 2000 euro, non ha previsto agevolazioni. Avrebbero potuto eliminare per un anno il bollo, avrebbero potuto incontrarli preventivamente come dovrebbe fare un bravo amministratore, avrebbero potuto prevedere contributi una tantum, avrebbero potuto rassicurarli prospettandogli la possibilità di essere impiegati per garantire il distanziamento sociale alla ripartenza delle scuole ecc…
Niente di tutto ciò, ed è per questo che sono arrabbiati. Sono preoccupati per il futuro assai incerto perché non si comprende quando si ritornerà alla normalità ante Covid-19, sono disperati per il presente che è diventato pesantissimo.
Tutti loro si erano dedicati durante l’inverno, come fanno ogni anno, alla preparazione dei mezzi per affrontare la nuova stagione che comincia con i viaggi di istruzione, prosegue con i viaggi di piacere dalla Puglia alla volta del mondo e l’incoming turistico che riempie le nostre strutture ricettive.
Decine e decine di migliaia di euro per farsi trovare pronti a partire con la macchina tirata a lucido e il serbatoio pieno. Invece no, si sono ritrovati all’improvviso in un inferno fatto di leasing da bloccare, caparre da non rischiare di perdere per gli acquisti in itinere, di mutui in ammortamento, di riba per ricambi, di insoluti, di cambiali, di fatture per pagare il gasolio acquistato per riempire le cisterne in previsione della stagione alle porte, di solleciti da parte delle tappezzerie per gli interni rifatti, etc…
La politica deve preoccuparsi di questi imprenditori e professionisti del trasporto viaggiatori su strada, deve aiutarli in tutti i modi ad attraversare il guado e le sabbie che da dorate sono diventate mobili e rischiano di inghiottirli per sempre.
È troppo comodo far finta che non esistano, sono loro che accompagnano con le guide turistiche gli stranieri che arrivavano nella nostra bellissima regione, sono loro che assicurano la mobilità occasionale, sono loro che ci accompagnano alla scoperta delle bellezze italiane ed europee.
Forza e coraggio ragazzi!