“Presidente Emiliano, a partire da oggi, tutti bambini pugliesi con disabilità seguiti dal centro A.I.A.S., Melfi-Matera, non riceveranno terapia riabilitativa di alcun tipo.
Una onlus lucana che dà lavoro a molti pugliesi e che cura tante creature speciali.
La Asl Bari, infatti, non ha più consentito la teleriabilitazione, ma proprio durante l’emergenza sanitaria doveva pensarci? Senza avvertire le famiglie di ciò che stava per accadere?
È paradossale che tutti gli utenti di Gravina, Poggiorsini, Altamura, etc…debbano rinunciare, improvvisamente e dopo anni, ad una quotidianità terapeutica molto apprezzata.
Vi saranno anche norme che consentono alla ASL Bari di agire in tal senso, ma non era lei che diceva che Matera e Bari avrebbero dovuto condividere osmoticamente servizi territoriali e ospedalieri?
Le devo ricordare che avrebbe chiuso volentieri l’ospedale della Murgia, che lei ha definito un bluff, per dirottare i murgiani presso il nosocomio materano?
Se il gruppo Korian, società anonima con sede a Parigi, può gestire la riabilitazione ex articolo 26 in Puglia, abusando petaltro di una tariffa extra alberghiera che è stata abolita nel 2018 e per la qual cosa nulla avete fatto nonostante le mie denunce e sollecitazioni, e una onlus lucana non può più riabilitare a poche decine di chilometri, mi affiora un sorriso amaro.
Ho sempre ritenuto che tali cure riabilitative dovevano essere accordate direttamente all’utente tramite voucher, al fine di elevare la concorrenza tra stakeholders e garantire una libertà di scelta costituzionalmente prevista agli assistiti. Solo in questa maniera si può ambire al meglio e limitare sprechi e speculazioni.
Allego il messaggio pubblicato sui social da un’operatrice del centro, dal quale potrà evincere le sfumature e la ricaduta negativa che tale scelta comporterà su tantissime famiglie con figli fragilissimi, sugli operatori e sull’intero territorio frontaliero.
Mi auguro che lei possa intervenire per far riattivare i servizi ad horas nelle more di approfondire tutte le questioni burocratiche onde evitare traumi a tanti bambini e preoccupazioni ad altrettante famiglie. Non sono bulloni, è materiale umano fragilissimo da maneggiare con estrema cura”.
Il messaggio pubblicato sui social da un’operatrice del centro.
“Lavoro per un centro di riabilitazione neuropsicomotoria in Basilicata. Il centro é una onlus convenzionata e abbraccia una utenza anche in Puglia. Ieri abbiamo appreso che la ASL Puglia non ha riconosciuto la teleriabilitazione che la mia azienda e noi tutti lavoratori abbiamo messo in atto con tantissimo impegno e anche successo. Le terapie sono tutte videoregistrate per cui non ci sono spazi a dubbi di alcun genere da parte dei committenti. Il dolore con cui ho dovuto avvisare le famiglie che da oggi non ci sarebbero più stati appuntamenti non si può descrivere. Come anche la sorpresa e lo smarrimento con cui la notizia é stata accolta. Si trovano ora senza lavoro molti terapisti, di cui la maggior parte pugliesi, se l’appartenenza territoriale avesse importanza. Noi siamo gente con un lavoro e con una mission. Siamo solidali tra noi e con i nostri pazienti. E i pazienti con noi. Tutte le mamme con cui ho parlato hanno detto: “Una volta che c’è una cosa che funziona ce la tolgono!”. I video sono ovviamente coperti da privacy…ma dovreste vedere con quanto sorprendente impegno le persone disabili, adulti e bambini, partecipano alle videoterapie! Noi abbiamo a che fare con patologie ex art. 26, le patologie complesse. La Basilicata ospita delle realtà eccellenti e misconosciute”.
LETTERA INVIATA A EMILIANO
La nota del consigliere regionale pubblicata anche sul sito del Consiglio Regionale della Puglia.