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LETTERA INVIATA A EMILIANO PER RICHIEDERE LA RIPRESA DELL’ATTIVITA’ RIABILITATIVA
CONTIENE L’APPELLO DI UN FISIOTERAPISTA
11 APRILE 2020
Presidente Emiliano,
le partecipo l’accorato appello di un fisioterapista giuntomi poco fa.
Condivido le sue preoccupazioni, che sono le stesse di moltissime famiglie pugliesi, e chiedo che provvediate, quanto prima, a dare indicazioni precise affinché la delicatissima questione non sia lasciata alla discrezionalità dei singoli medici di medica generale o specialisti.
Sono tanti i pazienti che stanno rischiando di morire per inattività prolungata, qualcuno è già passato a miglior vita rinunciando anche al commiato dei suoi cari, e ritengo che, munendo di idonei dispositivi di protezione individuale gli operatori sanitari, si possa e si debba riprendere l’attività riabilitativa.
Auspicando consequenzialità, approfitto dell’occasione per augurarvi una serena Pasqua.
Saluti
Mario Conca
“Ciao Mario, scusa se approfitto del tuo numero.
Sono un fisioterapista barese e sono sconcertato da come la riabilitazione, soprattutto domiciliare, sia considerata cosa di poco conto rispetto al virus.
Le Adi in Puglia sono sospese, in Campania ricominciano dal 14 aprile coi domiciliari, nel resto d’Italia si è capita l’importanza fondamentale di questo servizio per pazienti affetti da malattie neurologiche che non possono stare due mesi fermi senza far niente o rischiano di morire.
Il pensiero sembra che sia, anche tra colleghi, che è meglio farli rischiare di morire di mancata riabilitazione che di coronavirus. Sto parlando di Sla, di sclerosi multipla ed affini.
Queste patologie non vengono considerate inderogabili.
O meglio:
– L’ALBO TSRM BA-TA mi ha risposto che indifferibili sono solo i trattamenti per pazienti appena sottoposti ad interventi chirurgici o appena dimessi da strutture a seguito di malattie neurologiche “fresche”;
– negli altri casi si dovrebbe avere un permesso di un dirigente Asl, o forse anche di uno specialista o medico di base, che dica che il trattamento è indifferibile, ma quasi nessun medico o dirigente si sta prendendo questa responsabilità.
Il risultato, per esempio, è che la paziente di un collega è morta dopo 20 giorni di inattività perché la geriatra ha considerato il trattamento non indifferibile.
Una paziente con la Sm ora non riesce più a camminare, un ictato che più o meno articolava le parole ora non ci riesce più, e di casi ce ne sono a decine, solo tra pazienti e colleghi che conosco. Possibile che non ci siano indicazioni, precisazioni, provvedimenti chiari e urgenti in tal senso?
Possibile che si debba lasciare tutto all’interpretazione del termine “indifferibile” e al coraggio di pochi medici e dirigenti?
Aspetto fiducioso una risposta, grazie mille e buon lavoro”.
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LETTERA INVIATA AD EMILIANO PER SOLLECITARE LA RIPRESA DELL’ATTIVITA’ RIABILITATIVA
CONTIENE L’APPELLO DI UN MUSICOTERAPEUTA
28 APRILE 2020
Presidente Emiliano,
Direttore Montanaro,
Vi sottopongo le considerazioni di un musicoterapeuta che con le sue parole da voce al disagio di famiglie e pluriminorati, sordo-ciechi che non possono essere trattati in smart working. Vogliate raccogliere il disagio e provvedere a ripristinare e a migliorare i servizi per i cosiddetti “diversi”.
Saluti
Mario Conca
Gentile Mario Conca, sono Rocco Peconio pianista e musicoterapeuta. Ci siamo conosciuti grazie al compianto Dott. Tulipani e alle vicende del Messeni. Mi permetto di girarle alcune considerazioni in qualità di musicoterapeuta e presidente di una associazione che da trent’anni si occupa si musicoterapia.
Della disabilità si parla pochissimo e le famiglie soffrono. Spero lei possa sensibilizzare le autorità competenti affinché migliori la sensibilità, quindi anche il servizio per il “diverso”. La ringrazio per avermi ascoltato.
Buon lavoro.
Accolgo e faccio mie le perplessità di famiglie di “persone” con bisogni specifici.
La realtà ci pone dinanzi a un nuovo isolamento dei piccoli e adolescenti “eccezionali”, riportandoli indietro nel tempo quando erano definiti “portatori di handicap”. Nessun riferimento al terzo settore, alla “cura” del bambino speciale, ormai ex risorsa del paese e divenuto un peso.”Nessuno resta indietro” pietosa bugia dettata da una visione parziale della realtà. “Scegli lo specialista e avrai il nome alla malattia”: molti bambini non reggono la didattica o la terapia a distanza; per loro è una forzatura e a volte si rivela come una violenza psicologica per il genitore che deve supportare il bambino o bambina con disturbi della comunicazione verbale. A quanto pare non c’è rimedio.
Non mi dilungo sulle competenze di chi dovrebbe tutelare la salute e il benessere del bambino, ma pochi si rendono conto che in casa di un pluriminorato o di un sordo-cieco, non giunge voce o volto da un computer, tablet o cellulare.
I bambini non scelgono il percorso della loro vita, noi evitiamo di scegliere per loro il progetto di apprendimento e vie comode (al docente e non al discente) in base alle nostre convenienze e ridotte competenze di fronte ai grandi misteri della diversità.
Rocco Peconio