DPI: DALLA CINA, DOPO LO SHOW, TUTE NON A NORMA? EMILIANO RISPONDI!

I miei timori, a questo punto, erano fondati?

Tutta la spettacolarizzazione fatta a reti unificate per ammirare l’atterraggio del cargo cinese operato dalla Ethiopian Airlines, a cosa serviva?

Forse a buttare fumo negli occhi ai pugliesi e agli operatori sanitari? Alla luce di tanto, non sarebbe stato più opportuno acquistare le tute da aziende italiane? Almeno lasciavano crescere l’economia nostrana.

Emiliano ovviamente cambia idea a seconda della convenienza, il 29 marzo 2020 diceva che non andavano bene collegato con Domenica In.

Ma veniamo ai fatti odierni, nella speranza che il presidente/assessore si degni di rispondere a questi quesiti a tutela della pubblica incolumità di infermieri, medici, operatori socio-sanitari, ausiliari, autisti soccorritori, volontari etc…

Il tecnico Rizzo, ingaggiato dalla Regione, ha saputo confrontare i test che presiedono al rilascio delle certificazioni della normativa cinese con i corrispondenti test della nostra.

Ciò è metodo molto giusto, ma è una valutazione comunque “di parte” ed ex post che difende solo in minima misura la corte di Emiliano rispetto alla grossa responsabilità che la Regione si assume nel momento in cui autorizza la distribuzione di dispositivi di protezione non CE, senza aver preventivamente acquisito i pareri Inail e Iss.

Nella lettera la Regione scrive, infatti, che è meglio una protezione dubbia della assenza di protezione.

È giusto, anche se sarebbe come dire ad una persona che uscire durante una tormenta di neve in alta montagna, a meno 40 gradi, indossando un giubbotto non termico è meglio di niente.

Ma la lettera, che dà avvio alla distribuzione, non spiega come mai la Regione abbia proceduto ad effettuare questa procedura “a sanatoria” con le tute oramai atterrate a Bari e non quando andava fatto, ossia prima di fare l’ordine, prima, in fase di valutazione delle offerte sulla scorta della valutazione della “scheda tecnica” di Inail dei dispositivi di protezione che sembra che siano stati comprati da uno che comprava le matite, come sono-sono, basta che assomiglino ad un vero Dpi.

Viene da domandarsi questa cosa perché, se queste dichiarazioni e valutazioni di parte vengono prodotte adesso, significa sicuramente che non sono state fatte quando era il tempo.

Ecco perché Inail non ha ancora prodotto il suo nulla-osta tecnico, quello vero, di parte istituzionalmente preposta.

La irresponsabilità della Regione è tutta qui, non nella buona “arrampicata sugli specchi” tecnica, a cose fatte, quando oramai l’assenza di Dpi non lascia altro agli operatori che la scelta tra bere o affogare.

Il “SIR GLS” e lo “HEALTH MARKETPLACE” regionali si danno ancora una volta sui piedi, ma sono bravi a pararsi il didietro facendo firmare la struttura di supporto dell’emergenza Covid-19.

Siccome molti di loro sono medici, andassero in rianimazione Covid con quelle tute addosso, quella sì che sarebbe una vera certificazione.

Se non si infettano il test è valido, il resto sono solo scartoffie a colori scritte a precipizio per proteggersi dalla loro gestione dilettantesca dell’emergenza che più che ridere, ci fa piangere!

Mario Conca

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