È assurdo come le scelte della task-force regionale, capeggiata da Emiliano, Montanaro e Lopalco, riesca a complicare le questioni oltremodo.
Nulla ha fatto per evitare che le RSA diventassero bombe a orologeria, a parte scaricare la patata bollente ai gestori e alle famiglie degli assistiti.
È di queste ore, infatti, la notizia che una RSA del foggiano ha scritto alle famiglie chiedendo loro di andarsi a prendere i loro cari, salvo poi leggere la smentita della Asl, dove sta la verità?
Con la nota firmata del capo dipartimento Montanaro della settimana scorsa, con cui si vietano le dimissioni protette dalle terapie intensive e dai reparti verso le RSA e lungo degenze, stiamo ingolfando le strutture non Covid19 inficiando la loro operatività con maggiore aggravio di spesa.
Un posto in RSA costa dieci volte di meno almeno, ma, ove ciò non fosse sufficiente, consentirebbe di non bloccare l’attività elettiva non differibile, quella oncologica e l’emergenza.
La Regione non può bloccare le immissioni di pazienti in strutture protette infischiandosene dei bilanci di tante residenze contrattualizzate e non, scaricando le innumerevoli criticità sulle direzioni di presidio degli ospedali, sulle povere famiglie sempre più disgregate e sui comuni che, peraltro, hanno bloccato l’attività domiciliare per disposizioni dell’assessorato. Un cane che si morde la coda.
I nostri anziani non sono merce da stoccare o sballottare a vostro piacimento, è, al contrario, materiale umano fragilissimo.
Mettetevi una mano alla coscienza e abrogate quella disposizione ad horas.
Se proprio non vi va di farlo subito, create strutture pubbliche intermedie che facciano da filtro all’acuzie, l’ex SPDC del Fallacara di Triggiano, ad esempio, sarebbe vuoto e pronto all’uso.