Chissà perché a Gravina non si possono rilasciare concessioni a Bar e Pizzerie per le aree esterne, magari legate alla durata dell’attività commerciale e dove vi sono gli spazi, costringendole così a smontare per tre mesi (Gennaio – Marzo) i gazebo perché così prevede il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico ma, allo stesso tempo, si abusa inappropriatamente delle concessioni in via Loreto e nella cosiddetta zona industriale. I due pesi e le due misure di sempre. Il sindaco Alesio Valente sa bene che i suoli concessi agli artigiani negli anni novanta per 99 anni, e per 20 milioni di vecchie lire, erano legati all’effettiva costruzione degli insediamenti produttivi. Infatti, molti imprendotori negli anni hanno costruito i capannoni e tutt’ora sono in attività. Altri ci hanno provato ma hanno dovuto chiudere per le sfavorevoli congiunture economiche internazionali o per le crisi di settore, lasciando cosi abbandonati gli opifici, affittandoli o rivendendoseli. Altri ancora non ci hanno proprio provato, si sono tenuti l’area, o suolo che dir si voglia, e magari nel frattempo hanno perso pure lo status di artigiani o commercianti cessando la partita IVA. I più ‘furbi’ si sono venduti i suoli pagati 10 mila euro a 130 mila euro, altri sono in procinto di farlo, o l’hanno appena fatto, con richieste più esose che toccano i 200 mila euro. Ma si possono vendere aree pubbliche date in concessione? Oggi Totò, allorquando vendette la Fontana di Trevi all’americano, a confronto sembrerebbe un dilettante allo sbaraglio. Chiarito che non si possono vendere, alla stregua dell’illecito mercato nero delle case popolari e dei loculi cimiteriali, la politica e i dirigenti gravinesi che fanno? Assolutamente nulla, anzi, sono responsabili in solido per la culpa in vigilando e l’inerzia amministrativa che permette tale abuso nel silenzio più assordante, al fine di consentire ai soliti pochissimi ingegneri e agli amici di fare business. Un silenzio che si traduce spesso in mercimonio elettorale, io ti aiuto con i voti e tu sistemi le carte. Cosa dovrebbero fare, invece, amministratori virtuosi, onesti e liberi da gravami e ipoteche? Dovrebbero scrivere ai tenutari dei suoli dati in concessione che non hanno ancora edificato dandogli un aut aut perentorio. A mio parere, e in ossequio alla legge, dovrebbero concedere, al più, ulteriori sei mesi per perfezionare inderogabilmente l’iter per la costruzione dell’opificio, ove permangano i requisiti, pena la revoca della concessione ad horas. Se quelli che stanno in Comune operassero in tal modo, si potrebbe dar seguito alle tante istanze di giovani o nuovi imprenditori alla ricerca disperata, da anni, di lotti per ampliare le loro aziende. Vi sembra corretto e legittimo impedire a chi ha i requisiti di poter avere l’opportunità di ottenere un’area in zona PIP oggi trasformata in orto in attesa dell’affare? Sindaco, visto che dopo sette anni di sindacatura non so per cosa dovrei ricordarti, a parte lo spreco di opportunità e di denaro pubblico, perché non mi smentisci dando indirizzi politici precisi e prodeutici agli uffici? Non vi siete stancati di fare gli affaracci vostri a nostro danno? Ma la procura, la corte dei conti, la guardia di finanza che stanno a fare? Per i miei concittadini sembra che tutto vada bene, abituati come sono a vedersi spacciati i propri diritti come favori, ma un sussulto di orgoglio a quando?
Non voglio dilungarmi perchè ci sarebbe da scrivere molto a proposito della compravendita illegale dei loculi al camposanto. Una pratica perpetrata da alcune confraternite, favorita dall’annosa e colpevole penuria dell’offerta pubblica, aggravata dalla complicità degli organi comunali preposti, di quelli curiali e dei gestori che non controllano. Oggi mi limiterò a porre un semplice quesito al Vescovo Ricchiuti. Monsignore, visto che ho provato più volte a chiamarti al cellulare invano, volevo chiederti: “una confraternita può vendere un loculo per trent’anni a quattro mila euro e a nero?“
Quando vuoi ti porto la denuncia che un mio concittadino, Giuseppe, ha presentato all’intendenza di Finanza e alla Procura. Anche lui attendeva una tua risposta, che non è mai giunta, ed ora attende che giustizia sia fatta!