elle carni Siciliani a Palo d
La Siciliani è un'azienda di lavorazione delle carni di Palo del Colle in provincia di Bari. Al suo interno si è sviluppato un focolaio di Coronavirus. I dati ufficiali parlano di 66 dipendenti contagiati mentre si attende l'esito di altri 54 tamponi ed altri 21 devono essere ancora effettuati. Mario Conca chiese, con insistenza, ad Emiliano l'immediata chiusura dello stabilimento senza che fossero attesi i risultati dello screening più su larga scala effettuato sulla restante parte dei dipendenti. Lo stabilimento è stato chiuso solo ieri nonostante i primi casi di contagio risalgano alla metà di aprile.

FOCOLAIO DI CORONAVIRUS ALLA SICILIANI, AZIENDA DI LAVORAZIONE DELLE CARNI DI PALO DEL COLLE: 40 POSITIVI. MARIO CONCA CHIEDE AL CONSIGLIO REGIONALE L’IMMEDIATA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO.

La nota del consigliere regionale indipendente Mario Conca.

“La scorsa settimana quattro lavoratori in servizio presso il reparto di macellazione della Siciliani, industria per la lavorazione delle carni di Palo del Colle (Ba), erano risultati positivi al Covid-19.

Successivamente sono stati effettuati, con urgenza e di concerto con le autorità sanitarie, circa 100 tamponi. I risultati sono stati allarmanti: 40 positivi e tutti asintomatici.

Considerando che il bacino di provenienza dei lavoratori e dei contagiati è molto ampio (diverse città dell’area metropolitana fra cui Santeramo, Acquaviva, Bitonto, Bari Altamura, Modugno, Bitritto, Grumo e Binetto), che le famiglie dei lavoratori sono ovviamente esposte al contagio e sono ulteriore veicolo di contagio per tutta la popolazione, per quale ragione non si dispone immediatamente una chiusura, temporanea e cautelativa, dell’azienda?

È evidente che se ci sono stati 40 contagi qualcosa è andato storto: nel sistema di protezione ci devono essere state delle falle. Tra l’altro l’azienda non brilla per le politiche di valorizzazione e tutela dei propri lavoratori, in considerazione del fatto che ha esternalizzato i servizi a cooperative.

Inoltre, l’azienda asserisce ora di aver pagato, a proprie spese, ulteriori 400 tamponi che sono stati eseguiti sempre in accordo con l’autorità sanitaria.
Ma come può un’azienda comprare dei tamponi, di tasca propria?

Il presidente Emiliano, a cui ieri ho scritto, me lo chiarisca perché conosco molte aziende che vorrebbero avere accesso a questo servizio. Per quanto mi è dato di sapere i tamponi non sono in vendita, è solo il Dipartimento di Prevenzione che può attivare la procedura per la loro somministrazione.

Chiedo, alla luce delle evidenti criticità, che si intraprenda un’azione decisiva che tuteli i lavoratori e loro famiglie in primis e, ovviamente, tutti noi a seguire, poiché è in corso un pericoloso gioco sul filo del profitto.
Gioco che al Nord è costato moltissimo.

Ci tengo anche a sottolineare che con 400 tamponi non si coprono le famiglie dei lavoratori, il cui stato resterà non verificato. Al momento la società Siciliani dichiara di aver sospeso le attività dell’area di macellazione e di aver sanificato tutti i locali aziendali.

I lavoratori continuano a prestare la propria opera e poi tornano in casa, dalle loro famiglie, nelle loro città di appartenenza.

“Il commissario prefettizio Rossana Riflesso attende una relazione tecnica dettagliata sul caso Siciliani da parte della Asl, senza la quale non può disporre la chiusura dell’azienda; la Asl, a sua volta, attende il risultato dei quattrocento tamponi effettuati lunedì scorso” informa Danny Pellegrino di “Palo del Colle Magazine”.

La Procura dovrebbe aprire un’inchiesta per epidemia colposa ma al momento non si hanno notizie in tal senso. Presidente Emiliano, è lei che deve agire, per il bene pubblico”.

La nota originale inviata da Mario Conca al Consiglio Regionale.

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