I fatti di Genova gettano una luce sinistra sulle priorità inerenti alle c.d. “grandi opere” assegnate dal precedente Governo: siamo proprio sicuri che la realizzazione della TAV sia da preferire alla pronta messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti ovvero al loro potenziamento?
Quando la percolazione dell’acqua piovana intacca l’armatura, dopo 40/50 anni è inevitabile un processo di degradazione del metallo, è allora il peso stesso della struttura a fare lo sporco lavoro che portano a tragedie come quella odierna del viadotto Morandi. Invece i ponti dell’Antica Roma, in mattone pieno, sono praticamente autoportanti e parimenti, paradossalmente, le strutture lignee o quelle in putrelle di acciaio zincato. Il calcestruzzo ha certo consentito maggior rapidità di edificazione e minori costi rispetto ad altre metodiche costruttive, ma le strutture fatte in tal maniera necessiterebbero di essere abbattute e ricostruite ciclicamente.
Non si contrasta l’obsolescenza del calcestruzzo troppo a lungo purtroppo, si può solo rinnovare interamente, a maggior ragione, ma non ho certezze, se nel passato si è speculato preferendo il più economico magrone all’Rck e la matita da cantiere al tondino di ferro 16/32!
Un interrogazione del Senato del 28 Aprile 2016 rivolta al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio #PD (Governo Renzi) mostra come il Ponte Morandi era oggetto di un preoccupante CEDIMENTO DEI GIUNTI…