Stavolta cari amici devo proprio ringraziare il sindaco di Grumo Appula.
Michele d’Atri, in data di oggi, pubblica sul suo profilo personale e nei gruppi Facebook cittadini, le foto che mi ritraggono chiaramente in quel di Grumo con la mia auto, pubblicandone sia la targa che il modello, ha modificato le foto cancellando la targa dopo che io le avevo scaricate sul mio smartphone, oltre che il giorno e l’orario.
Poi, passa a bacchettarmi, attraverso una lezioncina di educazione civica e stradale, oltre che morale. Scrive che avrei percorso contro mano una strada di Grumo e avrei parcheggiato contro senso. La strada in questione è via Vecchia Bari, da tempo rinominata Via Soldato S. Colavito ma lui non lo sa ancora, che ho imboccato svoltando a sinistra mentre percorrevo via della Repubblica. Come potrete notare dalla foto che ho scattato questa mattina, sono passato per sincerarmi non ricordando perfettamente la situazione, non c’è nessun divieto di accesso per chi proviene da quel senso di marcia. E’ facile dunque trarre in errore il guidatore, a maggior ragione se Google Maps, non avendo aggiornato le mappe, ti dice ancora di girare dove non potresti più farlo. Ciò è tanto vero che nella medesima foto, scattata stamane, potrete notare una fiat parcheggiata contromano dopo il camion. E’ evidente, dunque, che è facile sbagliare, soprattutto quando a percorrere quelle strade è gente forestiera, per cui, anche in questo caso le accuse sono rimandate al mittente. Piuttosto, il sindaco, farebbe bene a controllare prima di contestare le multe, che vi sia adeguata segnaletica che indichi divieti e limiti e dovrebbe, altresì, preoccuparsi di segnalare al gigante di Mountain View che le strade vanno nuovamente digitalizzate perché è cambiato il senso di marcia e la toponomastica. E’ stato cristallizzato lo stato dei luoghi, per cui ogni intervento successivo “riparatore” non ha alcuna efficacia rispetto la mia presunta violazione.
E sin qui, una breve cronistoria. Poi l’attesa dei commenti dei sostenitori di questo metodo singolare di spionaggio casalingo, tra l’ilarità di molti, compreso la mia.
Non so quali leggi vigono a Grumo, forse quelle scritte dal Sindaco, ma dalle mie parti vige il rispetto della privacy che ha evidentemente violato attraverso quelle pubblicazioni e scritti.
Pertanto, rivolgendomi a tutti coloro – diversi dal Sindaco di Grumo – che devono rispettare tali norme, ricordo che:
Il numero di targa di un autoveicolo è un dato personale e, in quanto tale, non può essere pubblicato o altrimenti diffuso da privati senza il consenso espresso del titolare, anche nel caso in cui il fine sia quello di denunciare il fatto illecito altrui.
Il Codice della privacy definisce infatti come “dato personale” «qualunque informazione relativa a persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione». Dato personale è quindi non soltanto l’informazione che identifica direttamente una persona (come ad es. il nome o l’immagine), bensì anche qualunque altro elemento informativo che sia riferibile ad una identità personale e che consenta, anche indirettamente (ad es. attraverso un database), di risalirvi, proprio come accade con le targhe degli autoveicoli.
In casi simili il Garante per la protezione dei dati personali ha giudicato illecita la condotta di un quotidiano che era solito pubblicare le fotografie di autoveicoli parcheggiati irregolarmente, così come quella di un condominio che affiggeva nella bacheca comune l’elenco delle targhe e le foto degli autoveicoli dei condomini che violavano il regolamento interno sull’utilizzo dei parcheggi.
In entrambe le occasioni il Garante ha richiamato il rispetto del principio di pertinenza e non eccedenza nel trattamento dei dati rispetto alle finalità perseguite, poiché le finalità lecite del quotidiano e del condominio potevano essere efficacemente perseguite anche evitando la pubblicazione delle targhe: nel primo caso oscurandole, nel secondo caso inviando a ciascun condomino una comunicazione personale di diffida.
Nel primo provvedimento la condotta del quotidiano è stata giudicata illecita poiché nonostante la legge consenta ai giornalisti il trattamento di dati personali anche in assenza del consenso dell’interessato, la pubblicazione delle targhe automobilistiche non poteva essere considerata essenziale in relazione alla finalità di informare il pubblico sul malcostume di alcun utenti della strada.
Non solo, ma dovete sapere che il sindaco di Grumo e proprio colui il quale – guarda caso – è stato più volte contestato dal sottoscritto per la gestione fuori legge dell’autovelox sulla s.s. 96 oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica.
Caro Sindaco, la gestione del bene della comunità non si applica con scoop su Facebook, tanto meno nei confronti di chi critica la sua gestione. Può dare all’occhio!
Comunque, stia tranquillo, mia moglie sapeva che ero a Grumo, con altri amici, per incontrare un signore adelfiese che voleva denunciarmi una situazione ambientale nei pressi della sua abitazione.
Rimango in attesa della multa, sperando che non sia la prima che elevate in ambito urbano!!
Mario