Nell’immaginario collettivo dell’italiano medio le notizie cadono nel dimenticatoio alla velocità di un post o un tweet di cronaca. Il caso Diciotti è stato oramai archiviato, ognuno ha detto la sua e piuttosto che vedere la luna si è guardato il dito. Ciò che andava evidenziato è che il problema dell’immigrazione deve essere affrontato dell’intera Europa e non può essere lasciato all’Italia e alle sue coste limitrofe alla disperazione. A questo doveva servire il braccio di ferro, nessun immigrato è stato mai in pericolo di vita nel porto, ma l’Europa ancora una volta ci ha sbattuto la porta in faccia. Il caso si è risolto grazie all’Irlanda, all’Albania e alla Cei. Questi ultimi ora dovranno vedersela con sindaci e cittadini divisi sulla questione.
Ciò premesso, non posso non ricordare a me stesso che è da ipocriti preoccuparsi per pochi giorni di 150 persone, strumentalizzando alcune decine di donne e bambini che erano su quella nave, dove molti immigrofili improvvisati hanno sfilato per farsi immortalare sulla nave equipaggiati come se ci fosse un allarme nucleare, ignorando o, meglio, facendo finta, ogni giorno, che i milioni di disperati, donne e bambini rimasti in Africa non esistano. I primi vestiti, assistiti sanitariamente e rifocillati sul ponte di una nave, i secondi nudi, mangiati dalle mosche e magri da morire. Una pletora di sinistri ipocriti dimenticano che nel quarto mondo ci vanno a fare business fomentando guerre che portano ad esodi, eccidii e dittature, salvo poi dispiacersi. Avvoltoi bagnati da lacrime di coccodrillo. I tanti altruisti dell’ultimora dimenticano i milioni di bambini che spariscono nelle favelas per alimentare prostituzione e traffico l’organo. I radical chic con il Rolex fanno finta di non sapere dei bambini che sniffano colla per sopravvivere nelle fredde e nauseabonde fogne moscovite. I tanti figuri, colpevoli per aver commesso il fatto, si scordano delle centinaia di migliaia di bambini italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà e degli invisibili barboni che dormono per strada. Sempre lor signori si sono scordati delle centinaia di migliaia di bambini italiani imprigionati nelle loro disabilità e malattie rare, a cui viene negato quotidianamente un livello essenziale d’assistenza, non vedo magliette rosse a siflare o stazionare. Gli stessi ipocriti che oggi protestano per i bambini e le donne della Diciotti, che comunque sono stati al sicuro e continuamente monitorati a differenza dei loro conterranei, da anni ignorano le decine di migliaia di persone terremotate che sono costrotte a dormire ancora in container, prefabbricati e alberghi.
Potrei continuare all’infinito con gli esempi dell’ipocrisia italian style, ma forse è opportuno che mi taccia…non prima, però, di aver ricordato a noi che dobbiamo preoccuparci di tutti e non solo di chi fa audience o speculazione politica.