Infezioni ospedaliere, Conca (M5S) richiede i dati alle ASL: “Quanto ci costa risarcire i pazienti? Possibile danno erariale”
Il consigliere del M5S Mario Conca ha presentato una richiesta di accesso agli atti a tutte le aziende sanitarie pugliesi, agli IRCCS, agli Ospedali Riuniti di Foggia e al Policlinico di Bari per conoscere i dati sulle infezioni ospedaliere.
“Da oltre un anno e mezzo – spiega il pentastellato – attendo che la mozione che impegna la Giunta a definire i piani e i programmi regionali di prevenzione delle infezioni ospedaliere venga discussa in Consiglio regionale, ma Emiliano è evidentemente occupato in altre faccende. Mi chiedo ancora quanto tempo ci vorrà e, soprattutto, quanto ci costi in termini economici e sociali il ritardo nell’adottare le buone pratiche che suggerisco. Ho presentato la richiesta di accesso agli atti per sapere quanti milioni di euro si spendano ogni anno per risarcire i malcapitati pazienti, visto che ritengo si possa anche configurare un danno erariale da porre all’attenzione della Corte dei Conti”.
In particolare nel documento si richiedono i dati riguardanti i casi e la tipologia di infezioni ospedaliere accertati dalle strutture e segnalati dai pazienti negli ultimi cinque anni; il numero di richieste di risarcimento per infezione ospedaliera inoltrate dai pazienti negli ultimi cinque anni e l’entità economica delle stesse; le somme liquidate, sia in esecuzione di provvedimento giudiziale sia in via transattiva, negli ultimi cinque anni, per ragioni connesse alla contrazione di infezioni ospedaliere.
“Nonostante queste infezioni siano sempre più frequenti – continua Conca – la Regione continua a restare immobile. Eppure gli strumenti per contenerle ci sono, ad esempio l’accesso controllato dei visitatori nelle strutture sanitarie, l’uso di disinfettanti efficaci, l’azione delle buone pratiche nelle corsie. Se solo si mettessero dispenser per amuchina all’ingresso dei reparti, come al Perrino di Brindisi dopo le infezioni fatali di klebsiella, si potrebbe contenere il proliferare di batteri. Un controllore dell’azienda pagato per verificare con tampone il palmo delle mani del personale medico e infermieristico come succede a Ginevra, con decurtazione in busta paga allorquando la carica battericida superi il limite sentinella. L’abuso di antibiotici crea farmaco resistenza, in parte rinveniente dalla catena alimentare che vede carni sempre più pregne di farmaci e, che, mangiandole ci rendono sempre più resistenti. L’approccio, quindi, non può che essere olistico e sinergico.
La Giunta deve al più presto attivarsi per far sì che i luoghi di cura non si trasformino in luoghi di malattia, e nei casi più gravi anche di morte per i pazienti”.
All’ASL Lecce, in persona del Direttore Generale p.t.
All’ASL Taranto, in persona del Direttore Generale p.t.
All’ASL Bari, in persona del Direttore Generale p.t.
All’ASL Brindisi, in persona del Direttore Generale p.t.
All’ASL Foggia, in persona del Direttore Generale p.t.
All’ASL BAT, in persona del Direttore Generale p.t.
All’IRCCS DE BELLIS , in persona del Direttore Generale p.t.
All’IRCCS GIOVANNI PAOLO II , in persona del Direttore Generale p.t.
Al Policlinico di Bari, in persona del Direttore Generale p.t.
All’Ospedale Riuniti di Foggia, in persona del Direttore Generale p.t.
OGGETTO: Richiesta di accesso agli atti (infezioni ospedaliere)
Il sottoscritto Mario Conca in qualità di Consigliere Regionale Pugliese del Movimento Cinque Stelle
Premesso che
– per infezioni ospedaliere devono intendersi le infezioni insorte durante il ricovero in ospedale, o dopo le dimissioni del paziente, che al momento dell’ingresso non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione;
– le infezioni ospedaliere rappresentano un serio problema di salute pubblica e costituiscono un indicatore della qualità del servizio sanitario offerto ai pazienti ricoverati in strutture nosocomiali. Esse, inoltre, hanno un consistente, e spesso sottovalutato, impatto sulla spesa sanitaria, generando notevoli costi a livello umano ed economico;
– già la Circolare del Ministero della Sanità n. 52/1985, sul presupposto che l’azione maggiormente efficace per il contrasto alle infezioni ospedaliere sia la sorveglianza mirata (intesa come raccolta continua di informazioni, analisi dei dati, applicazione di misure di controllo e valutazione dell’efficacia delle stesse), ha disposto l’istituzione in ogni presidio ospedaliero, o in aggregati di ospedali di piccole dimensioni, di una Commissione tecnica responsabile della lotta contro le Infezioni Ospedaliere (CIO-Comitato Infezioni Ospedaliere)
– la citata Circolare ministeriale ha altresì previsto l’istituzione della figura dell’infermiere addetto al controllo delle infezioni, il quale esercita funzioni di sorveglianza delle complicanze infettive ospedaliere (rilevazione dei dati ed analisi periodica, indagini di eventi epidemici), di insegnamento nei confronti del personale di assistenza e di collegamento tra il Comitato Infezioni Ospedaliere e le altre diverse aree ospedaliere;
– in tempi più recenti, il legislatore nazionale con Legge n. 208/2015 (Legge di stabilità per il 2016), sul presupposto che “la realizzazione delle attività di prevenzione e gestione del rischio sanitario rappresenta un interesse primario del SSN perché consente maggiore appropriatezza nell’utilizzo delle risorse disponibili e garantisce la tutela del paziente”, ha previsto che le Regioni debbano disporre che tutte le strutture pubbliche e private che erogano prestazioni sanitarie attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario (risk management) per la messa in sicurezza dei percorsi sanitari, l’individuazione/soluzione delle criticità più frequenti e la prevenzione del rischio sanitario;
– che è interesse dello scrivente conoscere i dati sulle infezioni ospedaliere ed in particolare:
— i casi e la tipologia di infezioni ospedaliere accertati dalle strutture nonché quelli segnalati dai pazienti negli ultimi cinque anni;
— il numero di richieste di risarcimento per infezione ospedaliera inoltrate dai pazienti negli ultimi cinque anni e l’entità economica delle stesse;
— le somme liquidate, sia in esecuzione di provvedimento giudiziale sia in via transattiva, negli ultimi cinque per ragioni connesse alla contrazione di infezioni ospedaliere;
– che ai sensi dell’articolo 39, comma 3, dello Statuto della Regione Puglia“Il consigliere regionale, al fine di ottenere notizie e informazioni utili all’esercizio del proprio mandato elettivo, esercita il diritto di accesso agli uffici e agli atti della Regione, delle amministrazioni pubbliche, aziende e società da essa controllate o partecipate e dei concessionari di pubblici servizi regionali e ha diritto, altresì, a prendere visione e a ottenere immediatamente copia dei provvedimenti e dei relativi atti preparatori, compresi quelli in essi richiamati, a eccezione degli atti ufficialmente elencati tra quelli interdetti all’accesso, nonché degli elenchi periodici dei provvedimenti stessi.”
– che le Aziende Sanitarie Locali operanti nel territorio regionale sono enti regionali strumentali all’erogazione dei servizi sanitari nell’esercizio della competenza delle Regioni in materia di tutela della salute.
Tutto ciò premesso
CHIEDE
il rilascio di copia della documentazione attestante le informazioni ed i dati di cui innanzi o comunque l’invio di una relazione che riporti tutti i richiesti dati ed informazioni.
In attesa di riscontro, porgo cordiali saluti
Bari, lì 8.11.2018
Mario Conca
Qui puoi leggere la mia mozione sulle infezioni nosocomiali che da oltre un anno e mezzo attende di essere discussa. EMILIANOOOOOOO
Al Presidente del Consiglio Regionale
Mario Loizzo
Via Capruzzi n° 204
OGGETTO: Contrasto alle infezioni ospedaliere nel territorio regionale.
MOZIONE
Il Consiglio Regionale della Puglia
Premesso che
- Il crescente bisogno di salute espresso dalla popolazione si sposa con la necessità di garantire il diritto alla salute del singolo cittadino, offrendo servizi sanitari sicuri, appropriati e di alta qualità;
- La sicurezza delle cure è diventata un obiettivo primario di tutte le organizzazioni sanitarie, oltre che un’esigenza immanente della società civile;
- Tra i diversi rischi associati all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, quello infettivo, ovvero la possibilità per pazienti e operatori di contrarre un’infezione nel corso di un episodio assistenziale o in ambito lavorativo, occupa un posto particolare in ragione delle sue dimensioni, della complessità dei determinanti e del trend epidemiologico in aumento;
- Si definisce “infezione ospedaliera” un’infezione contratta dai pazienti ospedalizzati, che non è presente né in incubazione né al momento del ricovero, ma che si manifesta durante o dopo il ricovero ed è da questo determinata (Circolare Ministero della Sanità n. 52 del 1985);
- Le infezioni ospedaliere rappresentano un serio problema di salute pubblica e costituiscono un indicatore della qualità del servizio sanitario offerto ai pazienti ricoverati in strutture nosocomiali. Esse, inoltre, hanno un consistente, e spesso sottovalutato, impatto sulla spesa sanitaria, generando notevoli costi a livello umano ed economico;
In proposito, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha reso noti alcuni dati dai quali è emerso che le infezioni ospedaliere colpiscono ogni anno più di 4 milioni di pazienti nell’Unione Europea e comportano 16 milioni di giornate di ospedalizzazione supplementari, con ciò determinando un impatto economico annuale sui costi dei sistemi sanitari di circa 7 miliardi di euro;
Considerato che
- La Circolare del Ministero della Sanità n. 52/1985, sul presupposto che l’azione maggiormente efficace per il contrasto alle infezioni ospedaliere sia la sorveglianza mirata (intesa come raccolta continua di informazioni, analisi dei dati, applicazione di misure di controllo e valutazione dell’efficacia delle stesse), ha disposto l’istituzione in ogni presidio ospedaliero, o in aggregati di ospedali di piccole dimensioni, di una Commissione tecnica responsabile della lotta contro le Infezioni Ospedaliere (CIO-Comitato Infezioni Ospedaliere), i cui compiti sono:
– definire la strategia di lotta contro le infezioni ospedaliere (ad es. mediante misure di prevenzione, organizzazione di un sistema di sorveglianza, coinvolgimento appropriato dei servizi di laboratorio e informazione al personale ospedaliero sull’andamento delle infezioni);
– verificare l’effettiva applicazione dei programmi di sorveglianza e controllo e la loro efficacia;
– curare la formazione culturale e tecnica in materia del personale;
- La citata Circolare ministeriale ha altresì previsto l’istituzione della figura dell’infermiere addetto al controllo delle infezioni, il quale esercita funzioni di sorveglianza delle complicanze infettive ospedaliere (rilevazione dei dati ed analisi periodica, indagini di eventi epidemici), di insegnamento nei confronti del personale di assistenza e di collegamento tra il Comitato Infezioni Ospedaliere e le altre diverse aree ospedaliere;
- Ai punti n. 6 e 8 della Circolare n. 52/85, il Ministero ha attribuito alle Regioni il compito di favorire la nascita di corsi di specializzazione pertinenti al tema delle infezioni ospedaliere nelle scuole di preparazione del personale infermieristico e nei maggiori centri ospedalieri, nonché quello di dotare i propri organi di apposite competenze a strutture operative per gestire i programmi regionali di controllo delle infezioni in ambito ospedaliero e per coordinare l’attività dei CIO secondo un prestabilito piano di lavoro concordato;
- Con una successiva Circolare del Ministero della Sanità n. 8/1988, sulla scorta di quanto già previsto dalla Circolare n. 52/85, sono stati delineati alcuni aspetti chiave per l’avvio di un sistema efficiente di sorveglianza delle infezioni ospedaliere, allo scopo di contrastare ed arginare il fenomeno infettivo.
In particolare, è stato previsto che ciascun ospedale possa scegliere di adottare, a seconda delle risorse disponibili e degli obiettivi che si è prefissato di raggiungere, uno specifico sistema di sorveglianza tra:
- sorveglianza basata sul laboratorio e, quindi, sui dati clinici;
- sorveglianza basata su indagini di prevalenza ripetute;
- sorveglianza continuativa dei reparti ad alto rischio infettivo (ad es. terapia intensiva, oncologia, neurochirurgia), mirata o ai pazienti infetti oppure a tutti i pazienti ricoverati. Questo tipo di attività di sorveglianza si svolge attraverso la revisione sistematica delle cartelle cliniche o infermieristiche nonché delle schede a queste annesse.
- sorveglianza orientata per problemi, ovvero volta a monitorare quelle infezioni che all’interno dell’ospedale assumono un ruolo prioritario (ad es. per la frequenza con cui si manifestano).
- In base a quanto disposto nella Circolare Ministeriale del 1988, la scelta dell’approccio più consono alla sorveglianza delle infezioni ospedaliere in ciascun ospedale deve essere effettuata dal Comitato di lotta alle Infezioni Ospedaliere, valutando:
- funzionalità del laboratorio di microbiologia;
- dimensioni dell’ospedale e tipo di reparti rappresentati;
- risorse disponibili;
- grado di integrazione raggiunto fra le diverse figure professionali interessate alla sorveglianza, in ospedale.
- In tempi più recenti, il legislatore nazionale con Legge n. 208/2015 (Legge di stabilità per il 2016), sul presupposto che “la realizzazione delle attività di prevenzione e gestione del rischio sanitario rappresenta un interesse primario del SSN perché consente maggiore appropriatezza nell’utilizzo delle risorse disponibili e garantisce la tutela del paziente”, ha previsto che le Regioni debbano disporre che tutte le strutture pubbliche e private che erogano prestazioni sanitarie attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario (risk management) per la messa in sicurezza dei percorsi sanitari, l’individuazione/soluzione delle criticità più frequenti e la prevenzione del rischio sanitario;
Rilevato che
- Con riguardo alle infezioni in ambiente ospedaliero, decisivo è il ruolo degli strumenti e delle politiche preventive. La prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza ospedaliera deve, quindi, essere un obiettivo non solo di chi ha la responsabilità di gestione dell’azienda sanitaria ma anche del singolo operatore;
- Nonostante l’elevato impatto economico e sanitario delle infezioni ospedaliere, gli attuali sistemi di sorveglianza e controllo nella Regione Puglia sono ancora insufficienti e fortemente disomogenei da struttura a struttura, con ciò determinando una notevole riduzione della qualità del servizio sanitario offerto;
Impegna il Governo Regionale
- a) a livello regionale:
- a definire Piani e Programmi regionali di prevenzione delle infezioni ospedaliere, attraverso cui perseguire l’obiettivo della progressiva riduzione del tasso di infezioni registrate nelle strutture sanitarie della Puglia, anche mediante il recepimento di protocolli e azioni implementate in altri contesti;
- ad avviare le opportune iniziative volte a prevedere, tra i criteri per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie, l’inclusione di requisiti specifici relativi al controllo delle infezioni correlate all’assistenza;
- ad attivare gruppi di approfondimento tecnico su specifiche problematiche, favorendo il confronto tra Aziende Ospedaliere Universitarie, IRCCS, strutture sanitarie accreditate e ASL per la presentazione delle azioni adottate, degli indirizzi dettati, dei risultati e delle criticità verificate;
- ad istituire e rafforzare i sistemi di sorveglianza attiva delle infezioni nosocomiali, anche attraverso l’utilizzo di specifici indicatori mirati al monitoraggio dei programmi regionali di prevenzione e al controllo del rischio infettivo in ambito assistenziale;
- b) a livello aziendale:
- ad assumere iniziative affinché le strutture ospedaliere inviino periodicamente alla Regione una relazione consuntiva sugli eventi avversi verificatisi all’interno dell’ospedale e sulle conseguenti iniziative messe in atto dalla struttura;
- a porre in capo alla Direzione Sanitaria di presidio, l’attuazione della attività di sorveglianza, prevenzione e controllo delle infezioni ospedaliere, secondo modalità organizzative scelte autonomamente, ma improntate a coordinamento, integrazione e trasversalità;
- a sperimentare un sistema di segnalazione rapida di eventi sentinella ed epidemie da attivare in ciascuna ASL;
- a far predisporre annualmente a ciascuna ASL una relazione, da presentare alla Direzione Generale Sanità, comprensiva di:
- modello organizzativo adottato;
- attività realizzate, comprensive di pianificazione e indicatori di processo;
- risultati conseguiti e criticità rilevate;
- a garantire che i laboratori di microbiologia presenti nelle strutture ospedaliere assicurino il supporto ai programmi di controllo delle infezioni e di governo dell’uso responsabile di antibiotici attraverso attività di sorveglianza, di supporto ai clinici nella diagnosi e trattamento delle infezioni e di formazione;
- a garantire che anche il Servizio di Farmacia ospedaliera assicuri il supporto ai programmi di controllo delle infezioni attraverso attività di monitoraggio dell’uso di antibiotici e antisettici, partecipazione alla definizione di protocolli e procedure operative ed alla conduzione di audit clinici e formazione;
- a promuovere l’istruzione e la formazione degli operatori sanitari in tema di infezioni ospedaliere, anche attraverso corsi di aggiornamento professionale;
- a migliorare l’informazione dei pazienti tramite le istituzioni sanitarie regionali.
Bari, 23 maggio 2017
Mario Conca