Ieri sera mi ha chiamato un 53enne salentino, al quale l’INPS ha revocato l’assegno contributivo di 500 euro nonostante le invalidanti patologie che lo affliggono, per raccontarmi della sua perdita di dignità di uomo e delle mille vicissitudini che lo hanno portato a tentare il suicidio. Ora dovrà fare causa tramite un legale, che gli costerà 5 mila euro che non ha, e, nel frattempo, deve elemosinare aiuto dai figli rinuciando al ruolo di nonno, di padre e di marito. È la medesima inps che premia i suoi accertatori allorquando revocano o non concedono le pensioni, alimentando un contenzioso che non tiene conto della disperazione della gente e che va ad ingrassare un sistema di malaffare. Sono gli stessi che fanno i forti con i deboli e poi si lasciano truffare da migliaia di stranieri che, pur vivendo all’estero, percepiscono un assegno sociale da 480 euro perché risultano residenti presso parenti in Italia.
Hanno svenduto per legge il patrimonio dell’inps mediante la cartolarizzazione voluta da Tremonti con lo Scip, un nome che dice tutto, salvo poi pagare affitti e far lucrare gli amici degli amici. Se poi ti capita di non avere un’anzianità contributiva di almeno vent’anni, vorrà dire che avrai versato a vuoto e magari contribuito a pagare pensioni d’oro…indecenti!