Ma davvero non capite che è tutta una messa in scena per far vedere che l’ufficio anticorruzione esiste davvero e fa qualcosa di davvero inutile per buttare fumo negli occhi?
Un ufficio retto dal medesimo Venneri che è responsabile dell’anticorruzione della Regione Puglia. Lo stesso Venneri che non vede il clientelismo e le ruberie che denuncio da anni nelle diverse aziende sanitarie, agenzie regionali e nelle gare centralizzate operate da Innovapuglia che ha un dono su tutti, raddoppire e triplicare i costi. Bravi manzoniani, lui e il capo di Gabinetto Stefanazzi, che rappresentano due dei fedelissimi del presidente a cui spesso mi sono rivolto invano per chiedere conto di tante cose, tra cui l’immotivato licenziamento della vincitrice di concorso Arciuolo per far posto a Savino junior senza concorso e della cartolarizzazione da 35 milioni ceduta per un solo milione di euro ad una società napoletana.
La dirigenza amica è preziosa, si compone di centinaia di teste di legno che l’emiliano pugliese utilizza per il suo spudorato mercimonio elettorale e la sua bramosia di potere politico. Lui nomina a nostre spese con incarichi pubblici e gli altri eseguono pedissequamente i suoi desiderata, non ci sarebbe stato ‘nulla’ di male se invece li avesse pagati di tasca sua. Nulla si muove senza il suo nulla osta o benestare, a meno che non se ne accorga. Tu mi sostieni ed io ti faccio fare carriera e, se serve, ti faccio maturare requisiti di ogni genere per qualsiasi ruolo. Tu ti candidi con me ed io ti concedo il distretto socio sanitario, la direzione di presidio, la struttura complessa da 130 mila euro o, dulcis in fundo, la direzione generale da 154 mila euro. Cose che, ovviamente, non compie direttamente, ma che fa fare a coloro che ha nominato oppure ha fatto nominare da quelli che lui ha nominato nel tempo. Se non fanno quello che gli chiede cadono in disgrazia e sono cacchi loro, addirittura c’è chi da anni subisce lo smart-mobbing per aver fatto un post non in linea con il pensiero unico, il suo.
Una delle ultime porcherie l’ha perpetrata ai Policlinici Riuniti di Foggia con la DGR 100/2022, con la quale ha nominato l’ex DG dell’ASL di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, a Commissario Straordinario. Una delibera volutamente omissiva e in contrasto con il comma 6 dell’articolo 3 del Decreto Legislativo 502/92, in spregio della sentenza n. 87 del 2019 della Corte Costituzionale e senza nessun ritegno nei confronti di chi meritava rispetto. Una delibera di Giunta Regionale che andrebbe impugnata al Tar, ma io non ho la legittimità per farlo, che giustizia amministrativa che abbiamo. Vero?
Much ado about nothing, avrebbe detto Shakespeare, perché vedrete che al massimo annulleranno la selezione e ne faranno un’altra, considerato che la commissione di gara ha già detto che è tutto ok. Un po’ come inutile e telecomandata è l’attività del nucleo ispettivo regionale sanitario (nirs) che non vede le cose grosse, ma ingigantisce le cose piccole. Quante pec ho inviato al Nirs. Massimo Cassano non si tocca perché è funzionale al sistema di potere messo su da Emiliano, una costellazione di clientele che dalla sua giunta passa a quella del comune di Bari, dalle aziende sanitarie passa alle agenzie regionali, dalla città Metropolitana passa per le università private, dagli stakeholders pagati con soldi pubblici passano ai banchi della finta opposizione regionale, dai cda delle partecipate alle srl che gravitano attorno all’apparato pubblico. Vi faccio un esempio senza voler essere esaustivo, Meit ed Ariete sono aziende che trovate al Politecnico, All’Asl BAT, al comune di Bari e ad Aeroporti di Puglia. Molti primari o direttori generali hanno, o hanno avuto, parenti stretti nella giunta del comune di Bari. Non è certamente un caso, un fil rouge che scotta.
Il sistema Emiliano è una piovra che andrebbe commissariata per vivisezionarla ed eradicarla, i suoi tentacoli arrivano ovunque per alimentare il sistema di malaffare che condanna da molti lustri questa ragione, arricchisce pochi fortunati e nega diritti oppure li spaccia come favori.
P.S. Prima o poi lo scriverò un libro, ve lo giuro, il titolo ce l’ho già, la Piovra in salsa pugliese.