La sindrome del mattone…e io pago!
A cosa serve costruire nuovi ospedali se permane il blocco assunzionale voluto da Tremonti nel 2004? A cosa servono nuovi ambienti se non possiamo assicurare le piante organiche e non facciamo i concorsi per i primari? A cosa servono nuove corsie e sale operatorie se i piani di rientro, i programmi operativi e i commissariamenti vincolano la nostra spesa ai nulla osta dei tavoli ministeriali affiancanti del MEF e della Salute? A cosa servono nuovi nosocomi che cadranno sotto la scure dei piani di rientro triennali introdotti con la legge di stabilità 2017 (raporto ricavi/costi non superiore al 7% o 7 milioni di euro). Ciò è tanto vero che nell’ospedale più nuovo di Puglia, quello della Murgia che è aperto da quasi quattro anni, c’è solo un primario e mancano più di duecento operatori sanitari all’appello. Poi ci lamentiamo che funzionano al minimo o male, ma la sanità la fanno le mura o le persone? Ovviamente le persone. Se mancano 45 mila medici in Italia, perché mantenere ancora l’anacronistico numero chiuso e non adeguare le borse di studio per le specialistiche al turn over e all’epidemiologia?
Quindi è presto detto che la costruzione di nuovi ospedali e la ristrutturazione degli esistenti serve soprattutto al sistema di potere che ha fatto della sanità un business. Infatti sono le solite aziende che concorrono a questi succulenti appalti. La Pessina spa che rilevò il giornale l’Unità che perdeva 400 mila euro al mese, come denunciato da Report, in cambio di appalti milionari in Kazakhstan. Guastamacchia spa, in Ati con Ansaldo per Monopoli, che ha cantieri aperti in diversi ospedali e sta realizzando la nuova sede del Consiglio Regionale in via Gentile che dovrebbe essere pronta a luglio di quest’anno.
La realizzazione del nuovo ospedale serve a motivare la chiusura e il declassamento delle strutture esistenti, come il Santa Maria degli Angeli di Putignano, in nome di un piano di riordino i cui effetti nefasti per la collettività sono immediati e le potenzialità, invece, eventuali e future. Quello di Monopoli non è il solo ovviamente, ne sono previsti diversi altri a Taranto, Salento, NordBarese e Andria. Questa schizofrenia amministrativa, incapace di ottimizzare la spesa pubblica e di rispondere al fabbisogno di salute, serve solo a giustificare sempre più una privatizzazione speculativa che punta sui DRG (Diagnosis Related Group) remunerativi, mentre i ‘rognoni’ li lasciano a quello che resta del pubblico.
Peccato che il Tar impedirà a Emiliano di farsi la campagna elettorale alle politiche con la posa della prima pietra, cosa che invece riuscì alla Gentile con la candidatura al parlamento europeo del 2014, quando, a poche settimane dal voto, inaugurò l’Ospedale della Murgia che attende, da allora, uomini a sufficienza, strutture complesse e mezzi per decollare.