Modugno (Ba), impianto Newo. “Grazie alla nostra audizione sarà proposto il riesame della procedura”
Grazie a quanto emerso nel corso dell’audizione da noi richiesta per fare chiarezza sul progetto dell’impianto di recupero rifiuti tramite ossicombustione nella Zona Industriale tra Bari e Modugno, gli uffici regionali proporranno il riesame della procedura per il rilascio delle autorizzazioni. Tanto dichiariamo a margine delle audizioni in V Commissione sul procedimento di VIA-AIA per l’impianto proposto dalla società Newo.
Dispiace aver dovuto registrare l’assenza della stessa Newo, a cui avremmo voluto porre diverse domande. Alla luce delle informazioni avute oggi sembrano venute meno le condizioni in base alle quali sono state rilasciate le autorizzazioni. Il sindaco Decaro ha spiegato che la variante urbanistica avrebbe dovuto essere approvata dal consiglio comunale di Bari, ma così non è stato, mentre il dottor Di Ciaula dell’Isde ha chiaramente illustrato i possibili rischi per la salute dei cittadini, dal momento che parliamo anche di un sito che risulta essere tra quelli con le maggiori criticità ambientali in Puglia. Il commissario Grandaliano ha poi ribadito che l’AMIU non porterà nell’impianto alcun rifiuto e, dal momento che il parere favorevole era legato al conferimento dei rifiuti provenienti dalla stessa AMIU, cadrebbe anche il piano economico e finanziario presentato dalla Newo per ottenere i finanziamenti da Puglia Sviluppo per un importo di quasi 10 milioni di euro. A questo va aggiunto anche il fatto che la Regione ha autorizzato l’impianto sul presupposto che gli scarti di lavorazione, le cosiddette “perle vetrose”, non si possano classificare come rifiuti, non tenendo conto che l’End of Waste cioè i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto, siano di competenza statale e non regionale, come stabilito da una recentissima sentenza del Consiglio di Stato (https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=4I2LFQXRUQ7MNJEHXTLSCXMWP4&q=). A questo punto sono tanti i motivi per cui sembrano venuti meno gli stessi presupposti su cui si basava la realizzazione dell’impianto.
Il procedimento va riaperto perché temiamo non sia stato adeguatamente valutato l’impatto ambientale e sanitario dovuto alla realizzazione dell’impianto, per questo attendiamo di sentire a breve la ASL di Bari. Si tratta di un procedimento che andava avanti da tempo, ci chiediamo perché si siano dovute aspettare le ultime settimane prima che i vari enti dialogassero tra loro, e come sia stato possibile che la politica non sapesse quello che accadeva negli uffici tecnici, che hanno rilasciato il provvedimento.