“La sicurezza in sala operatoria deve essere sempre garantita. Per questo chiedo mi vengano fornite il prima possibile tutte le informazioni riguardo la partoanalgesia (parto indolore) praticata all’ospedale San Giacomo di Monopoli che, dalle segnalazioni che ricevo, risulterebbe essere fuori legge e pericolosa”. Lo dichiara il consigliere del Movimento 5 Stelle Mario Conca dopo aver inviato una lettera al direttore generale Asl Bari in cui ha chiesto chiarimenti in seguito alle segnalazioni di associazioni e operatori ospedalieri.
“La deliberazione della giunta regionale impone di eseguire la partoanalgesia solo nei punti nascita sopra i mille parti per motivi di esperienza e pratica richiesta agli operatori, esattamente come accade per l’anestesia pediatrica che, per le stesse ragioni, non viene praticata all’interno della Asl Bari per interventi in elezione. Anche se venissero colmate le mancanze di personale, resterebbero comunque gravi problemi strutturali e tecnologici. La legge, infatti – spiega Conca – richiede che i blocchi parto dispongano di una serie di condizioni tra cui una sala operatoria integrata per le urgenze ostetriche, che a Monopoli non esiste e non potrà mai essere realizzata e un servizio di banca del sangue di guardia h24, mentre da quello che mi segnalano, a Monopoli di notte e nei festivi il personale della banca del sangue è solo reperibile. A ciò si aggiungono criteri igienico sanitari inesistenti nel blocco parto per motivi strutturali insanabili, dotazioni tecnologiche di sicurezza incolmabili, esperienza richiesta agli operatori di cui alla delibera regionale 796/2017. Ho chiesto chiarimenti al Direttore Sanguedolce per capire se le preoccupazioni dei cittadini e degli operatori siano fondate. Se fosse davvero così il servizio andrebbe immediatamente interrotto per la sicurezza delle future mamme e dei loro bambini, anche alla luce dell’accordo Stato Regioni del 2010 e del DM 70 del 2015. La nostra ASL, erogando la partoanalgesia in un solo presidio ospedaliero dotato di tutti i criteri richiesti (l’ospedale Di Venere sta per ottemperare a tutte le disposizioni e ieri è nato il primo bimbo nella sala operatoria dedicata), assolve già agli obblighi di legge dell’erogazione del LEA partoanalgesia. Se si potesse implementare il servizio in un altro ospedale più idoneo, tanto meglio. L’ospedale della Murgia, ad esempio, ha tutti gli standard strutturali, compreso una sala operatoria dedicata che per il momento funge da ripostiglio e la banca del sangue che dal primo settembre sarà operativa h24, ma nelle more non è possibile che la sicurezza delle pazienti venga messa a rischio e la tranquillità degli operatori, minata!”