Gravina è una città bellissima, tutta da scoprire, visitare e degustare, ma…se andassimo indietro negli anni, al netto delle tantissime occasioni perdute e degli sprechi milionari su cui soprassiederò, noteremmo che ci siamo progressivamente impoveriti. Abbiamo fatto passi indietro, come i gamberi. Senza voler essere esaustivo, è certo che abbiamo visto chiudere il Museo e rischiamo di perdere i reperti e 550 mila euro, l’associazione Benedetto XIII, la pullulante piazza di via Genova, il parco Robinson, il bar Rifugio di Marcuccio, abbiamo bruciato in due tranche 1000 ettari del Bosco Difesa Grande, abbiamo chiuso via Giudice Montea, via le Frondi, il Diurno, la Saletta, il teatro Centrone, il teatro Mastrogiacomo, il centro per l’impiego, l’agenzia delle entrate, il Piaggio, abbiamo abbandonato le periferie, le frazioni di Barisci, Dolcecanto e la Murgetta, rischiamo di perdere per sempre le fontane storiche dell’acqua malgrado le pompose inaugurazioni, abbiamo ristrutturato e abbandonato Santa Sofia, abbiamo affidato alla fatiscenza il centro servizi in zona PIP, i parchi gioco, il Castello Svevo, il parco Sidin, la collina di Botromagno e il Padre Eterno, abbiamo declassato a mercato la centenaria Fiera di San Giorgio, abbiamo rinunciato al buono elettronico per la refezione scolastica, abbiamo perso un migliaio di residenti, lo Status di IAT e ora stiamo tentando di chiudere la prima attrazione turistica per numero di accessi, Gravina Sotterranea (qui potete leggere l’ordinanza https://bit.ly/ 2IVKLUY).
Non so ancora esattamente se ciò che gli viene contestato sia giuridicamente fondato, lo dimostrerà la famiglia Parisi nelle sedi opportune, ma so per certo che il detto nostrano, nè tu nè jii (né tu e ne io), rischia di vincere ancora una volta a danno della collettività. Sembra una maledizione, anzi no, siamo semplicemente invidiosi l’uno dall’altro, è questa la nostra vera condanna. Qualcuno va dicendo che non avendo pagato le tasse sia giusto chiudergli l’attività turistica, ed infatti ieri, domenica del FAI, la serranda di via Meucci era effettivamente abbassata. Vi chiedo, ma è una competenza comunale quella di accertare una eventuale evasione fiscale che, tra l’altro, non pare essere stata accertata neanche dalla stessa guardia di finanza intervenuta questa estate? Se l’infrazione che gli viene contestata è relativa alla non corretta applicazione della Legge regionale n. 34 del 2007, modificata dalla L.R. n. 18 del 2018, perché non sono intervenuti direttamente gli uffici regionali? Vedremo!
Qualcuno, però, dovrà spiegarci immediatamente come mai i vigili, comandati da Cicolecchia, e l’ufficio tecnico, diretti dall’ingegner Stasi, si accaniscano contro un’associazione che accede da cantine private per svolgere un’attività privata e, al contrario, non controllano coloro che sfruttano luoghi di proprietà pubblica per farne un business privato? Mi riferisco per esempio ad hortus, alle feste private che di tanto in tanto si tengono a Santa Sofia senza permesso oppure alle serate danzanti alle officine che non so cosa abbiano di culturale. Luoghi di proprietà comunale che vengono affidati agli amici e agli amici degli amici. Dovremmo aprire un capitolo a parte per il centro visite del Bosco, anche lì si è disattesa, finora, la ratio dell’investimento pubblico, 1,2 milioni di euro, chi controlla? Nessuno.
Non posso non stigmatizzare, la diversità di trattamento riservata ai ‘nemici’ di questa amministrazione che, nel caso di specie, hanno la colpa di non averli sostenuti o, più verosimilmente, di aver suscitato la gelosia di taluni per aver creato un business rendendo percorribili e visitabili cunicoli, cantine e ipogei, rispetto all’amico, tale Raffaele Loglisci candidato in una delle liste civiche di Valente nel 2017, che continua a vendere, difronte all’ex seminario, le Cola Cola, fischietti in terracotta, in maniera abusiva e sleale verso chi, la cooperativa sociale in via Matteotti, è, invece, rispettosa delle regole del commercio. Anche a lui dovrebbero essere irrogate sanzioni dai vigili e comminate ordinanze di sgombero dall’ufficio tecnico, queste sì di competenza comunale e in ossequio al principio della meritocrazia, non vi pare? Siamo alla solite, legalità a telecomando e ad intermittenza.
Sarebbero ancora tante lo cose da dire, ma il proverbio, teen’n nu llìbbr p’asiigg e l’ald p nan pajè (hanno un registro per riscuotere e un altro per non pagare), è una regola in questo paese. Se sei amico mio e alle elezioni mi appoggi deroghiamo su tutto…shooumaniin shoome!
In compenso, però, negli ultimi lustri non abbiamo realizzato la piscina, la pista d’atletica, la bonifica di Cozzarolo e atre discarichela demolizione del rudere in via Matera, i 500 ordini di demolizione per altrettanti abusivismi sono rimasti inapplicati, le rotonde abbandonate, le strade a groviera, la segnaletica orizzontale e verticale invisibile in gran parte della città, il paese sporco malgrado l’onerosa Tari, il palazzetto dello sport, la copertura alle tribune dello stadio, le piste ciclabili, le isole ecologiche e i centri di raccolta, la ZTL e la videosorveglianza, un discount a marchio, almeno un hotel con 50 camere per fare incoming, l’edilizia popolare e residenziale come il PIRP, non abbiamo valorizzato a sufficienza il pallone di Gravina, tanto meno la frizzante verdeca e i variegati rosolii, il distretto urbano del commercio, il canile rifugio, etc…qualcosa di buono, come vedete, l’abbiamo fatta ?
Per fortuna che almeno i prezzi d’acquisto delle case e degli affitti sono aumentati, per la gioia delle giovani coppie che, spesso, devono migrare in comuni limitrofi per non indebitarsi oltremodo con banche che sembrano sempre più delle finanziarie. Se oggi vendi una casa nuova a Gravina (fino a 3 mila euro al mq) puoi comprarne due a Bari, quasi due ad Altamura oppure tre a Trieste…un vero business per i soliti tecnici e costruttori, la mafia del mattone. Le buone notizie sono tante altre in verità, quali gli affitti che paghiamo per mantenere chiusi l’ex ufficio di accoglienza turistica e il collocamento, i tre fari attaccati alla pubblica che illuminano la proprietà dell’ingegner Carulli in via Tripoli che ci fanno risparmiare sulle luminarie che però paghiamo, l’ex scuola di formazione di fianco a Sant’Agostino gestita privatisticamente da un’associazione altamurana amica del consigliere di turno, l’hortus che è diventato il giardino delle officine sotto l’egida dello staff e con eventi finanziati da fondi estivi e pubblici…patrùun e soótt! L’arroganza del potere è lapalissiana e spudorata. Qui comando io.
Ma non è finita. A Gravina siamo destinati all’immortalità, è vietato morire, visto che al cimitero non ci sono loculi per tutti e ci sono salme itineranti per anni, ad eccezione della compravendita illegittima operata da molte confraternite nell’indifferenza di chi è pagato per vigilare e che, invece, perpetra quotidianamente omissioni d’atti d’ufficio!! Muti come una tomba.
Qualcuno, leggendomi, mi dirà o penserà che sto sempre a criticare, faccia pure, non ho mai avuto la presunzione di piacere a tutti e so che questo è lo scotto che si deve pagare se si vuole rimanere persone libere di dire, o scrivere, ciò che si ritiene giusto. Persone sempre più rare, purtroppo. Quanto sopra esposto non è mera critica politica ma sono fatti oggettivi che andrebbero smontati con altrettanta oggettività.
Prima o poi invertiremo il senso di marcia? Me lo auguro vivamente e continuerò a lavorare in tal senso. Intanto la decrescita infelice continua e sarà sempre più dura risalire la china.
Vi prego, fermatevi o ibernatevi, fareste molti meno danni!!!!