RUVO: LA SANITA’ NEL NORD-BARESE, MA E’ COSI’ UN PO’ OVUNQUE IN PUGLIA…

Venerdì scorso sono stato a Ruvo dove, tra le altre questioni, ho ascoltato le vicissitudini del signor Lamura Giuseppe, detto Peppino, che ben sintetizzano il caos in cui versa la Sanità in questo territorio.

Lui voleva ringraziare, per mio tramite, la sanità pubblica pugliese per la velocità con cui ha provveduto a suturare il suo pollice che con l’accetta s’era gravemente attinto in campagna. Recatosi all’ospedale di Terlizzi con la sua auto, dopo aver atteso qualche ora per essere assistito perdendo molto sangue, viene spedito a Corato per la consulenza ortopedica.

Arrivato a Corato, dopo aver atteso un’oretta, viene rispedito a Terlizzi che, non avendo il chirurgo plastico, lo invia al Policlinico di Bari.

Qui viene finalmente preso in carico e curato, ma per chiudere il pronto soccorso è necessario andare nuovamente a Terlizzi, alla faccia di Edotto e della digitalizzazione. Per questo giro assurdo ci sono volute più di 8 ore e la sua auto, ma se non avesse avuto l’autovettura e il figlio/autista avremmo dovuto impegnare un autista, un infermiere ed un ausiliario sottraendoli al lavoro di routine, ci è andata bene…manco fossimo alla fiera dell’est!

Purtroppo questo è solo un esempio che si ripete giornalmente quando trattasi della lesione tendinea, che dopo la consulenza ortopedica a Corato per distacco parcellare della falange, necessita di chirurgia plastica al Policlinico, visto che né al San Paolo né al Sarcone di Terlizzi suturano i tendini. Per gli interventi chirurgici in elezione stessa storia, i medici non lavorano in sicurezza e sono preoccupati, di emergenza-urgenza neanche a parlarne e le cose non vanno meglio per i pazienti psichiatrici che si è costretti a trasferire ad Aversa o a San Giovanni Rotondo per mancanza di posti letto.

L’incolumità pubblica è seriamente a rischio nel Nord-Barese, non possiamo aspettare un solo altro giorno, urge una riorganizzazione immediata, che sia quella del piano varato o una rivisitazione più che auspicata.

Ho sollecitato nuovamente Emiliano perché deve trovare il coraggio di procedere con il piano di riordino, visto che non ha voluto ascoltarci quando gli chiedevamo di implementare prima la propedeutica medicina territoriale e di rispettare l’articolo 19, commi 9 e 10, della legge 4 del 2010. Ora proceda chiudendo i PPIT e gli ospedali a rischio che lui ha individuato, senza aspettare le amministrative a Molfetta e Terlizzi per inaccettabili interessi di partito.

Urge per quest’area un ospedale che possa definirsi tale, ma per farlo il governo regionale deve agire in fretta e senza prendere in giro la gente…qui si muore!!

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