Mentre la società di rating, Moody’s, plaude alla sanità di Emiliano senza essere mai venuta in Puglia, io non posso che confermare che la realtà nostrana, vista dalla trincea, è assai più amara e deficitaria. Bisogna fare salti mortali per garantire l’indifferibile emergenza urgenza, data l’inattività di reparti salvavita e il non funzionamento delle grandi macchine, mettendo gravemente a rischio la salute degli ignari assistiti e complicando la quotidianità agli operatori del 118. Sull’elezione stenderei un velo pietoso, le lunghe liste d’attesa e i 400 milioni di mobilità passiva, al lordo dei costi sociali diretti e indiretti che dimenticano di calcolare, sono più che sintomatici di un malessere assai diffuso.
Nei giorni scorsi avevo sollecitato il presidente/assessore Emiliano e i Direttori Generali Delle Donne e Sanguedolce, relativamente all’inattività delle Tac di Molfetta e Putignano, della Radiologia di Monopoli e dell’angiografia ed emodinamica di Andria. Mi assicurarono che avrebbero ripristinato ad horas la stampante a Monopoli, l’iniettore per i mezzi di contrasto a Putignano, il tubo radiogeno a Molfetta e l’unica emodinamica dell’intera Bat, quella di Andria sottoposta ad una ristrutturazione programmata a partire dal 12 ottobre. Oggi ho fatto una verifica e tutto è rimasto invariato, anzi no, la situazione è pure peggiorata visto che alla black list si è aggiunto il blocco dell’emodinamica del San Paolo fino al 19 ottobre e il blocco dei ricoveri in Pneuomologia al Di Venere perché non ci sono più bocchettoni per l’ossigeno liberi e le barelle diffuse sono terminate. Per Emiliano, però, va tutto bene, ed è per questo che continua a dismettere reparti e a declassare ospedali, ritardando l’applicazione del piano di riordino, un suicidio economico, che sta mettendo seriamente a rischio l’operatività degli ospedali sopravvissuti. Chi glielo dice agli ai biscegliesi, agli andriesi e ai barlettani, che quando c’è da trasportare in ambulanza un paziente con uno STEMI e edema polmonare bisogna portarlo a Bari? Affrontare tanti chilometri con una coronaria chiusa è un grave rischio per il paziente, infatti ci sono stati già un paio di morti alcuni mesi addietro allorquando la coronografia andriese era nuovamente inattiva. Chi glielo dice ai parenti che se l’emodinamica ad Andria fosse stata funzionante si sarebbero potuti salvare? Da Canosa e Minervino, invece, per non affrontare il viaggio verso Bari ci si dirige verso Foggia percorrendo sessanta chilometri, ma la stessa cosa succede se abiti a Poggiorsini, Gravina o Altamura per interessi baronali, primariali e clericali. Se dovete farvi venire l’infarto, fate in modo di trovarvi a Bari dove insistono otto emodinamiche, altrimenti rischiate seriamente di non poterlo raccontare.