DG Asl. Conca (M5S): “Rivedere la legge sulle nomine. Troppa discrezionalità alle Regioni”
Il consigliere del M5S Mario Conca torna a chiedere i nominativi dei candidati che hanno partecipato al bando per la selezione dei Direttori Generali delle Asl pugliesi e del Policlinico di Bari e quelli di tutti coloro che hanno superato la selezione e sono stati proposti dall’apposita Commissione al Presidente Emiliano per la nomina, dal momento che una volta resa nota la richiesta di accesso agli atti nessuno si è opposto.
“Dagli atti della Giunta dello scorso 2 agosto – dichiara Conca – si evince come le rose ristrette fossero composte da sei nomi, per le Asl di Bari e Taranto, e otto per quella di Brindisi e per il ruolo di Direttore generale del Policlinico di Bari. Al netto degli arrestati Quinto e Montanaro, dei nominativi assegnati ad altre direzioni generali, e di quelli di altre regioni che non erano interessati, restano in ciascuna rosa solo i nominati e alcuni candidati di altre regioni che, accampando assurde motivazioni di indisponibilità per ragioni economiche, hanno rinunciato. Mi chiedo: i candidati non pugliesi non erano a conoscenza sin dalla presentazione della candidatura delle difficoltà logistiche e delle condizioni economiche ritenute non consone al proprio status? Perché hanno partecipato? Sarei quindi curioso di leggere i nominativi delle rose ristrette delle altre regioni, poiché, ove ci fossero nomi pugliesi, l’arcano sarebbe svelato”.
Conca sottolinea come per la Asl Bari sia stato scelto un Direttore Generale, Antonio Sanguedolce, assente nella rosa dei candidati per quella Asl, ma presente in quella per le Asl di Taranto e Brindisi
“Per conferirgli comunque l’incarico –continua il pentastellato – la Giunta facendo riferimento a imprecisate cause ostative per la nomina di alcuni candidati presenti nella rosa ristretta per la ASL/BA, ha utilizzato le rose proposte per altre Asl vanificando, in questo modo, la comparazione già operata dagli esperti ed effettuando un’operazione non contemplata dalla norma nazionale. Ruscitti e Emiliano dovrebbero spiegarci per quali ragioni un nominativo sia stato ritenuto idoneo per rivestire l’incarico in una determinata ASL e non per rivestirlo in un’altra sovrapponibile per dinamiche organizzative, assetti sanitari e complessità.”
“Il modo di procedere – incalza Conca – è indicativo di una eccessiva discrezionalità da parte dell’ente Regione, su cui il Ministero della Salute dovrà porre rimedio anche intervenendo sul peso che, nella valutazione, assume l’esperienza di direttore generale precedente all’entrata in vigore della norma e quindi presumibilmente legata ad un incarico conferito sulla scorta di appartenenze politiche. La sensazione è che i criteri posti a fondamento della predisposizione delle rose siano stati tali da portare unicamente alla conferma dei vecchi direttori generali graditi alla Giunta Emiliano. Essere preso in giro in maniera così evidente non è tollerabile, per questo ho inviato una nota al ministro Giulia Grillo per chiederle di riflettere sulla legge del 2016 che ha solo creato illusioni di trasparenza, ma, di fatto – conclude – ha creato situazioni peggiori di quanto non accadesse negli anni novanta, quando il governatore, senza false selezioni, nominava direttamente i suoi fedelissimi.”