Ricordate le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale)?
Dovevano nascere entro il 20 marzo 2020 per DPCM e dovevano essere 1200 in tutta Italia, una ogni cinquantamila abitanti. Ad oggi ne risultano attivate circa 600 in tutta la nazione, in Puglia, con oltre 4 milioni di abitanti, dovevano essere ottanta ma siamo alla metà, forse. A cosa dovevano servire? Le Unità mobili, con medico del territorio e infermiere a bordo, dovevano trattare a domicilio i pazienti pauci sintomatici con tempestive terapie antivirali onde evitare di gravare sul 118, sui pronto soccorso e sull’ospedalizzazione. Il trio Lem, #Lopalco, #Emiliano e #Montanaro, oggi ci parlano di carenza di letti e di saturazione delle terapie intensive per nascondere le loro precise inadempienze, sapendo benissimo che il problema è irrisolvibile perché mancano gli specialisti, proprio a prenderci per il culo. Vi dirò, nell’emergenza si nascondono pure le carognate, come il tentativo in atto della dirigenza strategica della Asl Bari di scippare il Servizio di Psichiatria Diagnosi e Cura (#SPDC) all’ospedale della #Murgia per portarlo al San Paolo. Quando si dice valorizzare l’entroterra. Siccome il primario è di Bari e abita a Bari, fa l’intramoenia al Colli Grisoni di Bari anziché al Perinei in barba alla normativa e nonostante la disponibilità di spazi murgiani adeguati, mi pare giusto non fargli fare tanta strada considerate le limitazioni fisiche che il medico competente nel 2018 non valutò. Me ne occupai allora interessando la direzione generale, ma, siccome era il fratello del rettore del politecnico che era amico dell’assessore alla sanità che aveva nominato il DG, fecero come al solito i fattacci loro. Ovviamente è tutta colpa nostra, ma acqua in bocca, non vorrei che qualcuno si penta di averli rivotati.
Mbhè, buona giornata a tutti! Mario