Permane la carenza di dispositivi di protezione individuali adeguati (DPI) per tutti gli operanti sanitari. Questo è il primo motivo della diffusione del contagio. Siamo arrivati al paradosso che se vuoi beccarti il Coronavirus, ti basta varcare la soglia di un nosocomio. Noi siamo confinati nelle mura domestiche e il Covid19 viaggia a piede libero e in ambulanza? Leggere quanto dichiara il presidente del’associazione Ala Azzurra è sconvolgente, nega l’evidenza, smentendo anche il dottor Scardia, direttore della centrale operativa del 118.
Vedere i generali, equipaggiati di mascherine FFP2, calcare le passerelle a favore di flash e i soldati alla mercé del rischio biologico senza l’essenziale addosso, sul campo di battaglia, mi fa arrabbiare moltissimo. L’augurio è che passata questa emergenza, perché sono certo che passerà, si continui a dare valore e centralità al sistema sanitario, partendo proprio dalla risorse umane. Il mio abbraccio virtuale va a tutti loro, ma ancora più forte agli autisti, ai volontari e ai soccorritori delle ambulanze del 118 (forse un giorno ce la faremo con il NUE112) che sono costretti a rischiare la vita per 20/30 euro a turno, pagati a nero e senza tutele assicurative e contributive, da associazioni che di onlus hanno solo la ragione sociale e per volontà della pubblica amministrazione. Incredibile ma vero.
L’emergenza urgenza sarebbe dovuta essere il fiore all’occhiello del sistema sanitario regionale e, invece, è diventata la Cenerentola pugliese.
Presidente/Assessore Emiliano, sappi che la sacrosanta ricompensa per loro dovrà essere obbligatoriamente l’internalizzazione di cui si parla da anni, sia essa operata mediante Areu, che è stata approvata in commissione sanità da oltre un anno e langue all’ordine del giorno del Consiglio regionale perché la tua maggioranza l’ha bloccata, sia essa realizzata per il tramite delle Sanitaservice che dipendono dalle sei aziende sanitarie locali. Io te lo ricorderò anche in tempi di pace, così come ho fatto in questi anni, puoi starne certo.